Incidente mortale sul lavoro a Cesano Maderno, sindacati «Garantire la formazione di chiunque entri in un cantiere edile»

Lunedì a Cesano Maderno, il terzo incidente sul lavoro mortale in dieci giorni: i sindacati ribadiscono l’importanza di prevenzione e formazione.
Operai al lavoro cantiere
Operai al lavoro cantiere

Lunedì mattina in Brianza, a Cesano Maderno, il terzo incidente sul lavoro mortale in dieci giorni: Filca Cisl ribadisce l’importanza della prevenzione, di investire sulla formazione, di utilizzare al meglio le innovazioni tecnologiche, e di avviare una grande campagna sulla cultura della sicurezza e della legalità.

Incidente mortale sul lavoro a Cesano Maderno, Filca Cisl sulla patente a crediti al via a ottobre

Parallelamente il servizio ispettivo deve essere più incisivo e puntuale, l’aspetto sanzionatorio funziona da deterrente. Questo resta un punto debole in quanto il numero di ispettori sul territorio è insufficiente anche se recentemente qualche assunzione è stata fatta – si legge in una nota – La situazione peggiora in realtà molto piccole, spesso in appalto o subappalto, dove la formazione si limita spesso alla consegna di un opuscolo sulle direttive da seguire. La patente a crediti in partenza il prossimo ottobre, se ben declinata, potrebbe essere uno strumento per promuovere buone prassi e garantire la formazione di chiunque entri in un cantiere edile anche se a questo su questo strumento, come già espresso dalla FILCA CISL dopo l’ultimo tavolo tecnico con il Governo del 10 luglio, permangono seri dubbi legati ai criteri per il recupero dei crediti nel caso di superamento della soglia minima”.

Incidente mortale sul lavoro a Cesano Maderno, Uil: «Accadimenti mortali uguali a 50 anni fa»

«È inaccettabile che si continui a morire sul lavoro – dichiara Eloisa Dacquino, segretaria confederale UIL Lombardia – 9 persone decedute in Lombardia nel solo mese di agosto, un periodo generalmente di sospensione delle attività lavorative, già una nel mese appena iniziato, oltre 86 da inizio anno, di cui le ultime quattro nella fascia di età compresa tra i 66 e i 75 anni, morte a seguito di cadute dall’alto come accaduto stamani all’operaio di 75 anni precipitato da una scala in un cantiere a Binzago. Ci chiediamo su quante tragedie ancora dovremo intervenire, quante situazioni anomale, abusi, violazioni dovremo ancora denunciare affinché ci sia la dovuta attenzione su un tema che dovrebbe essere prioritario, quello della sicurezza sul lavoro. Che si tratti di un piccolo o grande cantiere, di un ufficio privato o pubblico, di una azienda metalmeccanica o agricola, il tema è sempre il mancato rispetto delle norme e previsioni in tema sicurezza sul lavoro e contesti di illegalità. Ci troviamo pressoché quotidianamente a commentare accadimenti mortali le cui modalità sono le medesime di cinquant’anni fa: come le cadute dall’alto, lo schiacciamento, la mancata formazione. Infortuni mortali in cui, come nel caso odierno, a colpire oltremodo è l’età della persona deceduta».

E poi: «Come UIL – conclude Dacquino – da tempo abbiamo avanzato una serie di richieste specifiche, sia in ambito nazionale che a Regione Lombardia, a partire dalla formazione, troppo spesso inadeguata se non del tutto assente, dal potenziamento dei controlli, degli Ispettori del lavoro, da azioni di prevenzione e sorveglianza coordinate e mirate in quei settori sottoposti a maggior rischio infortunistico, così come l’istituzione del reato di omicidio sul lavoro e una Procura speciale. Serve maggiore consapevolezza, servono condizioni di salute e sicurezza sul lavoro rispettose della dignità delle persone. Assistiamo invece, nel silenzio della politica e delle imprese, ad una sorta di normalizzazione degli infortuni e delle morti sul lavoro che non sono mai fatalità, ci sono sempre responsabilità e per queste non risponde mai nessuno».