I corti di Fondazione Stefania: per superare gli stereotipi sulla disabilità

Massimiliano Chinelli ha curato le riprese. I video sono stati presentati ai familiari nei giorni scorsi

Pillole per abbattere gli stereotipi legati alla disabilità. Sì, perché per diventare più inclusivi, spesso basta un pizzico di autoironia. I cortometraggi realizzati dai ragazzi del centro diurno di fondazione Stefania, a Lissone, vanno dritti in questa direzione. All’interno del progetto Culturiamo in collaborazione con Fondazione della Comunità di Monza e Brianza e associazione Puppenfesten, Massimiliano Chinelli ha curato le riprese e il montaggio. I video sono stati presentati ai familiari nei giorni scorsi. Piccoli cortometraggi ironici, semplici, alcuni con richiami alle comiche in bianco e nero che mostrano scene di vita quotidiana dei ragazzi, dall’aperitivo al bar con le amiche all’aiutare chi si è perso e sta cercando un luogo.

I corti di Fondazione Stefania: scene di vita quotidiana mostrano che in realtà “nessuno è normale”

Scene banali? No. Normali episodi che possono capitare a tutti ma, quando i protagonisti sono disabili tutto assume un aspetto diverso, per un verso attenzioni che possono sembrare di “protezione” ma, dall’altro mostrano come agli occhi dei “normodotati” sono visti come diversi, incapaci di essere autonomi e vivere una vita come tutti. E, proprio attraverso i video, tutti questi luoghi comuni vengono sfatati. «Grazie alla Fondazione della Comunità di Monza e Brianza abbiamo avuto modo di sperimentare- commenta Chiarella Gariboldi, presidente di Stefania- anche questa modalità di comunicazione: i cortometraggi. Spesso proprio gli stereotipi creano situazioni di imbarazzo e non dovrebbe essere così, con il lavoro dei ragazzi, reso possibile grazie all’aiuto delle famiglie, attraverso i corti mostriamo quanto siano autonomi». Protagonisti sono proprio i ragazzi del centro Stefania, che si raccontano, sia perché nelle scene ricordano episodi a loro realmente accaduti, sia perché altri si raccontano nel loro ruolo di volontari, nell’associazione Scodinzolando che si occupa di animali. Un plauso anche alle famiglie che hanno aiutato nell’intero progetto e per primi sostengono i ragazzi nel percorso verso l’autonomia.

I corti di Fondazione Stefania: costruire una comunità più unita nei valori e consapevole

«Dobbiamo costruire una comunità consapevole e in ascolto- ha concluso Chinelli- di tutte le fragilità. Personalmente è stato un incontro relazionale molto bello con tutti i ragazzi e gli educatori». Un’esperienza speciale, come hanno sottolineato Giada e Martina che hanno messo l’accento su un aspetto preciso «Abbiamo cercato di far vedere, a chi non ci conosce come siamo in grado di superare gli ostacoli e, anche come possiamo aiutare la città. Anche se abbiamo delle fragilità siamo in grado di superarle e, alcuni di noi, hanno scelto di diventare volontari perché è un modo per stare con gli altri ed essere d’aiuto come chiunque altro».