Confapi: le grandi aziendenon pagano le piccole

Monza – Oltre il 63% delle grandi aziende negli ultimi tre anni ha dilatato i tempi di pagamento nei confronti delle piccole e medie imprese. Per 78% delle Pmi si sono verificate ritardi negli adempimenti contrattuali da parte di clienti di grandi dimensioni. A tracciare questo quadro Confapi, l’associazione delle piccole e medie imprese di Milano, Monza e Brianza, Lodi.

Su questi dati si interroga il presidente, Paolo Galassi: "Dov`è la ripresa? – chiede – Se le grandi aziende sono le prime a ritardare i pagamenti e a non alimentare la filiera dei fornitori, le ipotesi sono due: o questi grandi gruppi sono ancora in crisi e non incassano, oppure fanno cassa sulla pelle dei piccoli imprenditori". La caduta libera del Pil, che nei primi tre mesi dell’anno registra un -5,9%, si ripercuote sulle piccole e medie imprese, che si trovano in difficoltà con numerosi istituti di credito e, contemporaneamente, devono fronteggiare l`atteggiamento delle "grandi" che impongono tempi d`incasso delle fatture sempre più lunghi.

Dall`indagine effettuata da Confapi Milano emerge che oltre il 63% delle grandi aziende negli ultimi tre anni ha, infatti, dilatato i tempi di pagamento nei confronti delle piccole e medie imprese. Per 78% delle Pmi si sono verificate situazioni di ritardo negli adempimenti contrattuali da parte di clienti di grandi dimensioni. L`indagine dell`Ufficio Studi evidenzia che il 60% delle grandi imprese accumula ritardi di pagamento che vanno da due a oltre sei mesi. Mancanza di credito o liquidità, calo degli ordini e restrizione del lavoro, mancato pagamento dai loro clienti e rivalsa sui fornitori vengono indicate come le cause principali del ritardo nei pagamenti della grande impresa.
 
"Per questo – conclude Galassi – stiamo supportando le nostre imprese favorendo il ricorso a tutti gli strumenti di sostegno possibili: gli ammortizzatori sociali, le garanzie degli affidamenti bancari, l’abbattimento dei costi energetici, la formazione a costo zero per i loro dipendenti, in modo che quando la ripresa arriverà veramente, le aziende potranno essere pronte e contare su personale riqualificato".