Monza, allarme della Fialp Cisal:"Inps, rischio dimezzamento"

Monza, assegni e indennità:per gli invalidi ritardi gravi

Monza – Chiusura dell’ufficio medico, di quello legale e dell’ispettorato, spostamento del back office a Milano. In tutto una quarantina di posti a rischio. La Fialp-Cisal di Monza lancia l’allarme sullo smantellamento della sede cittadina dell’Inps, di cui si vocifera da tempo e che, nonostante le continue smentite della sede regionale, si arricchisce ogni volta di nuovi particolari. Tutta colpa di una delibera nazionale dell’istituto di previdenza che ha ridefinito l’assetto organizzativo delle sedi.

Di fatto le sedi non provinciali saranno chiuse o ridimensionate pesantemente e allora ecco che anche Monza corre i suoi rischi: «Stando alle ultime decisioni, i vertici Inps – ha spiegato Alberto Dotto, coordinatore di Monza Fialp-Cisal – hanno deciso a fine 2008, con una determina, di cancellare la sede sub-provinciale di Monza con i suoi 280 addetti, per trasformarla in una sede zonale di supporto a quella della provincia di Milano». Dotto descrive con precisione cosa avverrà: «Sarà accentrato su Milano – ha proseguito – l’ufficio medico che garantisce servizi di accertamento sanitario a tutti i disabili ed invalidi dell’area monzese, che probabilmente nell’immediato futuro dovranno recarsi nel cuore di Milano a svolgere ogni accertamento: portatori di handicap, malati, invalidi, infortunati, affetti da malattie professionali, pensionati con handicap gravi».

Secondo Dotto si perderanno anche gli uffici che gestiscono la posizione degli artigiani e di commercianti «con un danno per le circa 40 mila aziende ad oggi servite sul territorio che dovranno per ogni questione rivolgersi a Milano, con aggravio di costi e tempi di attesa». Anche tutte le procedure di cassa integrazione (+400 percento nel Monzese negli ultimi mesi) potrebbero passare sotto la gestione diretta di Milano. «Resteranno sul territorio – conclude Dotto – solo gli uffici di front-office che garantiranno l’accesso dei cittadini ai nostri servizi, ma sarà spostata a Milano la gestione del back-office». Le pratiche cioè andranno a Milano, verranno sbrigate e poi torneranno indietro. Uno scenario che non convince il direttore della sede milanese dell’Inps Elide Longa: «Intanto la legge – ha ribattuto – non impone all’Inps di aprire delle sedi provinciali nelle nuove Province, poi c’è da specificare che per quanto riguarda l’eventuale qualifica a sede provinciale di Monza è il consiglio di amministrazione dell’Inps a dovere esprimersi: noi abbiamo trasmesso ai consiglieri tutta la documentazione, perciò il consiglio è al corrente della situazione. Comunque conoscendo Monza, sono abbastanza tranquilla: è una sede grossa, con un bacino di utenza importante».
 
Le grida di allarme, comunque, hanno un fondamento: «Esiste questa delibera – conferma Longa – per destrutturare le sedi non provinciali: per Monza si sta solo aspettando l’insediamento del nuovo consiglio provinciale, prima di capire come muoversi. Tuttavia sono tranquilla, anche se è più la politica a dovere fare pressioni per promuovere quella monzese a sede provinciale».
Luca Scarpetta