Un tetto prende fuoco a BesanaSono tre le famiglie sfollate

Un tetto prende fuoco a BesanaSono tre le famiglie sfollate

Besana – Un incendio che ha rischiato di assumere dimensioni preoccupanti quello scoppiato ieri, lunedì 22, nel tardo pomeriggio all’interno del casolare di via Santo Sudario a Valle Guidino. Nessun ferito fortunatamente, ma tanta paura per le tre famiglie residenti, che, viste le dimensioni che il rogo stava assumendo, hanno immediatamente allertato i vigili del fuoco. I pompieri sono accorsi subito con quattro camion e una dozzina di uomini per domare il fuoco divampato all’ultimo piano della palazzina, che, alimentato dal vento, aveva assunto proporzioni imponenti.

Servendosi delle impalcature utilizzate dai muratori che stavano ristrutturando la casa, i vigili del fuoco hanno impiegato oltre un’ora per domare completamente le fiamme. Mobilitati anche carabinieri, polizia e Croce bianca, i cui volontari hanno curato dalle lievi intossicazioni le persone venute a contatto con il fumo, assistite in un momento così drammatico. Alle origini del rogo sembra ci sia stata una disattenzione da parte degli operai della ditta edile incaricata della ristrutturazione della casa. I muratori stavano fissando sul tetto il Viapol, una sostanza plastica a base di catrame, utilizzata come guaina impermeabile e isolante, impiegando la fiamma ossidrica. Non è del tutto chiaro come si sia innescata la scintilla, ma con il forte vento il Viapol ha subito iniziato a bruciare. Le fiamme si sono quindi estese, raggiungendo il salotto e una camera da letto, che sono stati completamente distrutti.

Vani i tentativi dei muratori e dei proprietari di casa di spegnere il rogo con una canna dell’acqua: solo il tempestivo intervento dei pompieri ha scongiurato il peggio. In serata un’ ordinanza del sindaco Vittorio Gatti ha dichiarato l’edificio di via Santo Sudario 14 inagibile. Le famiglie sono state alloggiate per la notte nell’albergo Fantello di Valle Guidino, in attesa di sapere quando potranno rientrare nelle loro abitazioni.
Samuele Redaelli