"Brianzoli, inviateci i vostri ricordi reali"

A lanciare l'appello è Marina Rosa, per anni funzionario della soprintendenza in villa e oggi presidente del Centro di documentazione sulle residenze reali lombarde

Monza – L’idea è semplice: raccogliere dai monzesi ricordi, testimonianze dell’epoca in cui in Villa Reale c’erano i Savoia. Come in casa Bernasconi si è mantenuto vivo il ricordo di Re Umberto a cavallo nel parco che divide la sua merenda con i figli del custode di Cascina del sole, così siamo sicuri che in altre case monzesi ci sono aneddoti che si sono tramandati da una generazione all’altra,oggetti, documenti e cimeli che raccontano il passato glorioso di villa Reale. A lanciare il progetto “Reali Ricordi” ,sostenuto con entusiasmo dal nostro giornale, è il Centro di documentazione sulle residenze reali lombarde,presieduto da Marina Rosa ,per anni funzionario della soprintendenza in villa. Quale è l’obiettivo di questo appello? “Un anno fa abbiamo costituito il Centro di documentazione sulle residenze reali lombarde con l’appoggio del comune di Monza e del Ministero dei Beni Culturali. Il nostro obiettivo è quello di mettere in rete palazzo reale e villa reale a Milano con villa reale a Monza,mettere ordine negli archivi che sono sparsi in tutto il mondo dall’Università di Princeton negli Stati Uniti a Vienna o in Svizzera. La nostra ricerca sarebbe arricchita anche da testimonianze e ricordi trasmessi oralmente di generazione in generazione che ci possano aiutare a capire meglio come si viveva a corte in epoca umbertina”. Siete dunque alla ricerca di ricordi reali? “Si,mi piace l’aggettivo reale che non solo fa riferimento alla vita a corte,ma anche al tipo di ricordi che stiamo cercando. Storie vere di gente comune che magari ha avuto in famiglia un maggiordomo o un inserviente di corte, un giardiniere del parco o il panettiere del re”. Come raccogliere questi ricordi? “Se possibile registrando delle brevi interviste o trascrivendoli”. Perché sono importanti questi ricordi? “Perché ho l’impressione che la villa sia sempre stata avvertita un po’ lontana dai monzesi. Prima perché era la residenza di corte,poi perché è sempre stata chiusa. E’ arrivato il momento che la città si riappropri della villa e delle storie che ha custodito per anni”. Non è un mistero che dal 1900 in poi la villa fu depredata . A Monza c’è chi ricorda di aste con cimeli di casa Savoia e sicuramente in molte famiglie monzesi ci sono “piccoli tesori” legati alla villa… “Non c’è nessuna intenzione di appropriarsi di questi oggetti. Però sarebbe bello poterne conoscere l’esistenza, fotografarli e catalogarli per avere un quadro più esaustivo possibile di come poteva essere al villa all’epoca di Umberto e Margherita”. Il centro di documentazione , nato un anno fa ,non è nuovo a questi appelli. “La nostra prima campagna è stata lanciata insieme alla rivista Charta. Abbiamo l’ambizione i ritrovare la biblioteca di corte: libri appartenuti a Umberto e Margherita,ma anche al periodo francese e asburgico. All’appello hanno risposto alcuni collezionisti. Posso solo dire che sta andando bene”. Chi avesse ricordi ,storie da raccontare o qualche cimelio di casa Savoia da fotografare può contattare via mail la nostra redazione (info@ilcittadinomb.it) o il Centro Documentazione Residenze reali lombarde con sede in villa reale (marina¬_rosa@fastwebnet.it ) o telefonare al numero del Centro (349.0586666). Le storie più interessanti saranno raccontate anche dal nostro giornale che seguirà passo dopo passo questa campagna per ricostruire il passato di villa reale anche attraverso le testimonianze di chi in villa o nel parco ha vissuto e lavorato. Rosella Redaelli