Brianza: ambulatori vaccinazioni, a rischio 17 strutture

Monza – Un ridimensionamento degli ambulatori vaccinali da 26 a 9, per tutto il territorio della nuova Asl di Monza e Brianza. Un ridimensionamento necessario, per il rispetto dei requisiti posti dalla Regione Lombardia, secondo i quali alcuni presidi poco efficienti o non rispondenti a determinate norme strutturali, andranno chiusi.
Il piano di riorganizzazione e di ridimensionamento dei presidi vaccinali è stato presentato questa settimana in Regione da parte dell’Asl. Un piano che non soddisfa affatto i sindacati: “E’ un piano –spiega Pietro Occhiuto, segretario Funzione Pubblica delle Cgil- che non ci trova d’accordo. Non tanto per il personale, che dovrà cambiare sede ma non dovrebbe essere ridimensionato, quanto per l’utenza che non potrà più portare i figli a fare le vaccinazioni nel proprio Comune di residenza”.

Secondo questo progetto, infatti, rispondono ai requisiti regionali e, quindi, potranno restare aperti senza problemi, i presidi di Villasanta, Usmate, Monza, Biassono, Carate, Desio, Misinto e Limbiate. Potrebbero essere chiusi, invece, gli ambulatori di Monza San Rocco, Brugherio, Lissone, Besana, Seregno, Giussano, Meda, Seveso, Lentate, Nova Milanese, Muggiò, Cesano Maderno, Varedo, Bovisio Mascaigo, Agrate, Arcore, Bellusco, Concorezzo. Questo il piano presentato dall’Asl, secondo le normative della Regione: “Nel frattempo –spiega Pietrogino Pezzano, direttore generale dell’Asl- cercheremo un accordo con i sindaci dei singoli comuni, per verificare se ci siano possibilità di trovare altre sedi che siano a norma o di mettere a norma le sedi esistenti”.

Altra valutazione da fare, secondo l’Asl, è l’organizzazione dei mezzi pubblici: “Non possiamo certo pretendere –dice Pezzano- che una mamma di Cesano vada a far vaccinare il suo bambino a Limbiate”. Una preoccupazione che sia la Cgil sia l’Rsu avevano già espresso: “La drastica riduzione dei presidi territoriali –scrive Mario Castiglioni, coordinatore Rsu- penalizza fortemente il territorio della Brianza, privando la gran parte dei Comuni di uno dei servizi sanitari maggiormente utilizzati dalla popolazione e, in particolar modo, da anziani e bambini.

La mobilità pubblica di collegamento tra i diversi Comuni, inoltre, è poco rappresentata e in alcuni casi addirittura assente, rendendo indispensabile per l’utenza l’uso di un mezzo proprio; inoltre la rete stradale della provincia di Monza certo non agevola i trasferimenti interni”. Ulteriore preoccupazione è stata espressa da Occhiuto: “Se così sarà, andrà a finire che le mamme porteranno i bambini per la vaccinazione dai pediatri di famiglia che, però, dovranno organizzarsi”.
Elena Lampugnani