Giussano, bancomat clonatiUna quarantina i "gabbati"

Giussano – Bancomat clonati: sono una quindicina, al momento, le persone che hanno sporto denuncia ai carabinieri per utilizzo fraudolento e clonazione della carta di credito. La scorsa settimana, grazie alle segnalazioni di alcuni correntisti, dalla Banca di credito cooperativo di via Oberdan è scattato l’allarme. Diverse decine di clienti si sono ritrovati un’amara sorpresa sull’estratto conto: prelievi e pagamenti effettuati a loro insaputa. Le “vittime” che hanno sporto denuncia alla locale stazione di via Prealpi sono, come detto, una quindicina ma la truffa coinvolge sicuramente più clienti della filiale giussanese (si parla di almeno di una quarantina di correntisti), che possono essersi recati anche altrove per denunciare l’accaduto. Per capire l’entità della frode bisognerà aspettare almeno un mese, il tempo necessario perché arrivino al titolari della carte contraffatte e all’istituto tutti i movimenti indebitamente effettuati. Alcuni correntisti si sono visti addebitare prelievi effettuati a distanza di poco tempo all’estero, in Paesi come il Canada e il Kenia. L’istituto di credito ha provveduto immediatamente a bloccare le tessere, tenendo monitorate le operazioni. Non è detto che le carte siano state “duplicate” proprio nella filiale giussanese, secondo un metodo ormai abbastanza consolidato. I truffatori si servono di piccoli marchingegni elettronici che installano sul bancomat vicino alla fessura in cui si inserisce la carta in grado di leggere e memorizzare i dati dei badge con cui si effettuavano i prelievi di contante. In taluni casi, una telecamerina posta sul bancomat registra il codice. Le carte vengono, così, clonate in una o più copie e liberamente utilizzate da terzi per effettuare pagamenti o prelevare soldi contanti. Nel caso dei correntisti giussanesi i prelievi, anche abbastanza recenti, sarebbero stati di circa 250 euro per volta, cui, però, vanno aggiunti i pagamenti. Le indagini per risalire ai responsabili della truffa, che pare si stia diffondendo a più istituti di credito anche di altri paesi, sono in corso.
Federica Vernò