Seregno, è rientrata in Italiala 16enne colpita dalla "suina"

Seregno – È atterrata ieri sera all’aeroporto della Malpensa Clara Guerrini, la seregense che nei giorni scorsi era stata costretta in isolamento a Parigi a causa di un attacco in forma lieve di febbre suina. La giovane, sedici anni da compiere tra un mesetto, residente in via Messina con la mamma Elena Catanese, artista nel settore della vetrofusione, e il papà Maurizio Guerrini, agente del corpo della Polizia locale, ha vissuto la sua quarantena in una stanza del college Passy Buzenval, un antico castello medievale a diciotto chilometri dal centro storico della capitale transalpina, dove era ospitata nell’ambito di un viaggio premio vinto grazie a un bando di concorso promosso dall’Inpdap, l’istituto nazionale di previdenza per i dipendenti dell’amministrazione pubblica.

La storia – «Mia figlia – spiega mamma Elena, con un tono di voce che denota la ritrovata tranquillità scaturita dal riabbraccio – era partita per Parigi il 12 luglio. Con lei c’era un’altra ottantina di ragazzi provenienti da tutta l’Italia, nessuno però dalla nostra zona. Il rientro, per ironia della sorte, era fissato proprio per ieri». La piega degli eventi ha preso un corso differente da quello preventivato all’inizio della settimana scorsa. «Uno a uno – continua Elena Catanese – i presenti sul posto hanno cominciato a lamentare una febbre fastidiosa. Prima lo hanno fatto in quattro, poi il numero è salito a undici, infine si è attestato a quota ventisette, almeno stando alle ultime informazioni in nostro possesso. Clara è stata la quindicesima. Ho subito temuto, forse per quell’istinto che caratterizza tutte le mamme, che potesse trattarsi della febbre suina: mi hanno allarmata la rapidità della diffusione del contagio, simile a quella di un’epidemia e molto diversa da quanto avviene per la tradizionale influenza, nonché l’elenco dei sintomi: febbre alta, dolori molto forti alle ossa e difficoltà alle vie respiratorie alte. La conferma ai miei sospetti è arrivata martedì, mentre solo giovedì mattina mio marito e io abbiamo potuto sospirare di sollievo, dopo aver saputo che Clara era sfebbrata».

Le emozioni – Quando parla dell’avventura che le è caduta addosso come un fulmine a ciel sereno, Elena Catanese si mostra sincera. «Di fronte a situazioni come questa – confida –, io divento un caterpillar. Affronto il problema a testa alta e, solo alla sua risoluzione, finisco con il crollare. Anche stavolta è stato così: dopo aver saputo che il decorso clinico di Clara procedeva nel migliore dei modi, mi sono sfogata con un pianto dirotto. Mio marito Maurizio è più apprensivo di me, ma la sua professione gli ha insegnato a dominare i sentimenti e gli ha regalato la capacità di farsi forza nella difficoltà». I genitori hanno seguito da casa la malattia della loro unica figlia, che nella vita di tutti i giorni frequenta il liceo artistico di Giussano e che a Parigi è andata per perfezionare il suo francese, la lingua prediletta. «Anche se ci fossimo recati in Francia – conclude la mamma –, non avremmo potuto starle accanto, visto l’isolamento cui è stata sottoposta nella sua camera al college. I medici ci hanno aggiornati come meglio non era possibile e poter parlare con lei al telefono è stato il nostro sollievo».
Paolo Colzani