La crisi falcia ancora ArcoreKnorr Bremse, 30 in mobilità

Arcore – La scure della crisi torna ad abbattersi sulle aziende della città e la Knorr Bremse si appresta a tagliare 30 posti di lavoro sui 180 circa totali. E’ questo l’annuncio che l’azienda di via Battisti ha fatto martedì scorso, nel contesto di un incontro con i sindacati. Un annuncio che in settimana è stato comunicato ai diretti interessati con la premessa che lo sfoltimento interesserà la produzione come la categoria degli impiegati.

La preoccupante notizia costituisce solo l’epilogo di una fase di difficoltà già evidente lo scorso novembre quando la direzione della Knorr Bremse avviò la procedura di mobilità cosiddetta morbida, con la fuoriuscita di 25 lavoratori accompagnati alla pensione. Era dicembre quando l’emorragia terminava e quando si sperava che il sacrificio fosse il preludio di un assestamento. “Abbiamo creduto –ha spiegato Antonio Castagnoli, Cgil- che l’abbassamento dei costi seguito alla riduzione del personale sistemasse almeno parzialmente le cose e invece, a marzo 2009 è stata annunciata la cassa integrazione ordinaria che ha coinvolto il 90 per cento dei lavoratori a rotazione e ora ci annunciano altri 30 tagli”.

Nella fase della cassa, in scadenza a fine mese, dai due turni di produzione l’azienda è passata al turno unico, per far fronte, con il contenimento dei volumi, al calo delle commesse. Le difficoltà però non accennano a diminuire, soprattutto a causa della crisi del mercato automobilistico. L’impianto di Arcore produce infatti impianti frenanti per veicoli commerciali e la riduzione della domanda di questi mezzi incide direttamente sulle commesse della Knorr Bremse. In questo quadro, anche le prospettive per il futuro non sono rosee e l’azienda ha dichiarato che non ci sono le condizioni per mantenere l’attuale organico.

“Quello che è più preoccupante –ha spiegato Castagnoli- è che l’età media dei lavoratori si aggira tra i 35 e i 40 anni, dipendenti vicini alla pensione non ce ne sono più, la situazione è difficile”. Intanto i sindacati hanno proposto una mobilità esclusivamente volontaria e incentivata e, in parallelo, l’avvio della cassa straordinaria a rotazione, per prendere tempo, capire come sarà la tendenza nei prossimi mesi e magari contenere il numero dei licenziamenti. Difficoltà anche in Tenaris dove si procede con la cassa ordinaria e ritmi di produzione ridotti; mentre ha ripreso l’attività Morse Tec, dopo un recente taglio di 75 dipendenti. Qui la cassa straordinaria è ancora in vigore ma di fatto non è applicata.
Valeria Pinoia