Monza, il Turnè accusa il Comune:«Con l’ordinanza ho perso clienti»

Monza, il Turnè accusa il Comune:«Con l’ordinanza ho perso clienti»

Monza – Il cantiere di via Bergamo, la progressiva eliminazione di centinaia di posti auto, l’ordinanza “personalizzata”. Questo non è certo stato un anno facile per il Turnè, da tempo ormai al centro di continue polemiche da parte soprattutto dei residenti, esasperati dal chiasso provocato dai clienti che si incontrano fuori dal locale. «Basta attacchi al Turnè», è l’appello di Diego Mazzuccotelli, da quattro anni gestore del locale.

«Questi ultimi mesi sono stati pesantissimi per noi – dice – il lavoro è diminuito sensibilmente rispetto a un anno fa, e sono pochi ormai i clienti che si fermano fino a tardi». A dare il colpo di grazia è stata l’ordinanza estiva che per sessanta giorni ha obbligato il Turnè a chiudere anticipatamente, emessa proprio per rispondere alle continue segnalazioni dei residenti. «Prima dell’ordinanza qui da me lavoravano a rotazione sei persone, oggi siamo rimasti in due – continua Diego -. Eppure noi rimaniamo uno dei locali pubblici più attenti alle necessità dei cittadini».

La conferma viene dal fatto che il gestore del Turnè, insieme a altri titolari di locali di Monza, ha incontrato gli assessori Paolo Gargantini (Commercio) e Massimiliano Romeo (Sicurezza) proprio per discutere sulle possibili soluzioni da adottare per assecondare le richieste dei residenti, ma al tempo stesso permettere ai pub di continuare a lavorare. Già in passato il bistrot di via Bergamo aveva cercato soluzioni possibili per arginare il rumore provocato dai clienti.

«Per sessanta giorni non abbiamo fatto uscire dal locale alcuna consumazione, nemmeno nei bicchieri di plastica – ricorda Diego – ma i ragazzi continuavano comunque a uscire per strada e sui marciapiedi per fumare. E questa è una cosa che abbiamo fatto solo noi. Per due anni e mezzo abbiamo anche avuto dei buttafuori all’ingresso, ma non servivano a nulla dal momento che non c’è mai stato alcun motivo per intervenire. Al massimo invitavano i ragazzi ad abbassare la voce, ma oggettivamente costituivano solo una spesa in più».

Esperimenti, questi, che hanno addirittura allontanato alcuni clienti. «Spesso ho visto ragazzi arrivare con il bicchiere già in mano da altri locali. Non posso certo impedire loro di fermarsi fuori dal mio», replica Mazzuccotelli. Per quanto riguarda i residenti più di una volta Diego ha incontrato quanti si sono fermati a lamentarsi per il rumore e gli schiamazzi. «Alcuni li ho fatti anche accomodare nel locale, per parlare con loro – dice Diego -. A nessuno ho mai detto che quanto accade fuori dal Turnè non è affar mio. È mio interesse cercare di costruire con chi risiede qui intorno un rapporto di buon vicinato. Considerando il fatto che anch’io abito proprio davanti al mio locale». S. Val.