Adolescenti al pronto soccorso:bevono fino ad andare in precoma

Monza – In Italia 800mila adolescenti sotto i 16 anni consumano regolarmente alcol e il 12 percento dichiara di farlo almeno una volta la settimana. Il 10 percento dei giovani tra i 13 e i 24 anni ammette, inoltre, di essersi ubriacato almeno una volta negli ultimi 6 mesi. Sono dati dell’Istituto superiore di sanità che l’Asl di Monza e Brianza ha voluto riportare su di un volantino, realizzato in collaborazione con i pediatri di famiglia che, dedicato a genitori e figli, è intitolato: “Alcol? Pensiamoci bene” (disponibile on line sul sito www.aslmonzabrianza.it).

E’ c’è da pensarci proprio bene se sono gli stessi pediatri di famiglia ad esserne allertati e ad allertare: “Oramai –spiega Rinaldo Missaglia, presidente della Federazione medici pediatri della Lombardia- l’alcol si è sostituito al fumo tra gli adolescenti, perché a livello d’immagine tra i coetanei conta di più il bicchiere della sigaretta”. Si tratterebbe, quindi, di un fenomeno sociale, quasi di costume: “La televisione e la pubblicità –prosegue Missaglia- fanno la loro parte: certe bibite accattivanti perché colorate e alla moda, inducono i ragazzini a bere, in ogni occasione, anche alle feste di compleanno dei compagni di classe”. E bevono a volte così tanto da arrivare al precoma, fatto che ogni fine settimana viene constatato dai medici del Fatebenefratelli di Milano dove, da un paio d’anni, è stato istituito un osservatorio sulle dipendenze al quale fanno riferimento anche i pediatri della nostra Asl: “A differenza del fumo –continua il pediatra brianzolo- il problema dell’alcol tra i minori non è tanto un problema di dipendenze, quanto di acuzie. Cioè di quei casi che arrivano al pronto soccorso storditi”.

A confermare che il problema delle dipendenze tra i giovani è in crescita è anche Giuseppe Masera, direttore della clinica pediatrica del San Gerardo (Fondazione Monza Brianza per il Bambino e la sua mamma) che non nasconde “alcuni casi di alcolismo acuto” presentatisi al pronto soccorso pediatrico. Giovani pazienti che, dai medici di Pronto soccorso, una volta risolta l’acuzie, vengono poi segnalati ai pediatri di famiglia cui spetta il compito di valutare la situazione, anche familiare, e di indirizzare ad adeguati servizi terapeutici. D’altra parte gli effetti dell’alcol durante l’adolescenza sono più gravi rispetto a un adulto: “Quando si ha un basso peso corporeo –ricorda l’Asl- si reagisce velocemente anche a piccole quantità d’alcol che danneggia più velocemente il fegato ancora in fase di sviluppo”.
Elena Lampugnani