Nas in Brianza, sequestratinel 2009 50mila chili di alimenti

Nas in Brianza, sequestratinel 2009 50mila chili di alimenti

Monza – Cinquantamila chili di alimenti sequestrati nel 2009 a Monza e in Brianza. Basta questo dato per capire come l’attività dei Nas incida sul territorio della nuova provincia. Si tratta di un numero parziale, passibile di aumento entro la fine dell’anno e che, comunque, non esaurisce la mole di lavoro dei carabinieri che si occupano dei controlli in ambito sanitario e alimentare: l’entità dei sequestri, ad esempio, comprendendo la merce non alimentare, arriva a oltre 92mila chili, con 155mila confezioni.

Prodotti con un valore commerciale complessivo di 1 milione e 300mila euro. Numeri consistenti che descrivono una situazione da tenere sotto controllo. Le sofisticazioni alimentari, la rete di vendita sotterranea del doping, la commercializzazione di prodotti in arrivo dall’estero che non rispondono ai parametri europei sono realtà presenti anche nella nuova provincia. Qui, però, non sono stati individuati legami con la criminalità organizzata: altrove, in Campania, sono state accertate infiltrazioni della camorra che, per esempio, attraverso suoi emissari aveva fatto dopare le bufale per produrre più latte. In Brianza, invece, chi cerca facili guadagni sofisticando gli alimenti, riciclando roba scaduta, agisce per conto suo, per suo interesse personale.

La tentazione, tuttavia, resta diffusa: non per niente, sempre facendo riferimento alla parte di 2009 appena trascorsa, ci sono stati 15 arresti e 346 persone segnalate all’autorità giudiziaria, senza contare le oltre 400 persone che, invece, hanno avuto guai solo amministrativi. Numeri, questi ultimi, che già ora superano quelli dell’attività investigativa portata a termine nel 2008. Gli spunti per far partire una indagine possono arrivare dalle occasioni più diverse: ci sono prima di tutto le campagne mensili a livello nazionale per controllare i settori più svariati. Ci possono essere controlli periodici dei vini, degli oli, verifiche che riguardano gli autogrill, le mense, la ristorazione in generale, i distributori automatici come quelli del latte crudo. In questo caso i Nas procedono a livello locale sviluppando un’attività che, contemporaneamente, viene messa in atto anche dai colleghi degli altri Nuclei italiani.

Poi, però, ci sono anche segnalazioni aperiodiche, quelle che giungono da altre regioni ma che suggeriscono controlli su prodotti venduti anche in Lombardia. Quindi c’è l’attività di intelligence o le segnalazioni che giungono da altre forze di polizia. Ma soprattutto ci sono le denunce o le richieste di intervento da parte dei singoli cittadini che, rivolgendosi al 112 o allo 02667311 (numero della sede milanese del Nucleo, in via Melchiorre Gioia) possono fornire elementi per dare il la ai controlli. In Brianza le operazioni più importanti negli ultimi mesi hanno riguardato, tra le altre, il doping, la vendita di integratori con fermenti lattici senza più effetto, ma anche palline usate per i giochi dei bambini che potevano essere scambiate per caramelle e cioccolato scaduto che con tutta probabilità sarebbe stato usato per confezionare cesti natalizi. La grande distribuzione, ma anche la rete degli esercizi commerciali, non vengono toccate dalle sofisticazioni. Qualche pericolo in più, senza generalizzare, lo si corre nel caso di negozi etnici e ambulanti.

Peggio ancora se il vino, l’olio o chissà che altro arriva dall’amico, dal parente, da un circuito, insomma, in cui la tracciabilità del prodotto (e con essa la sicurezza) è un optional. Lo smaltimento delle derrate scadute segue procedure standard, i controlli, però, vengono fatti a livello documentale, non partita per partita. Ed è qui che qualche operatore senza scupoli o un trasportatore cambia la destinazione della merce, indirizzandola non al macero ma verso qualche laboratorio che sostituisce la vecchia etichetta dichiarando un’altra scadenza, o che riutilizza gli alimenti dopo aver dato loro una ripulita, togliendo le parti che potrebbero far sorgere sospetti nei consumatori.
 Paolo Rossetti