Arcore, partita difficile in TenarisOggi e domani altra trattativa

Arcore – Il margine per un accordo sul caso Tenaris Dalmine c’è e pare che il numero di esuberi in generale sia destinato a scendere. Di certo però non c’è ancora nulla, nonostante quell’incontro tra vertici aziendali e sindacati, partito lunedì e terminato solo alle 5 di martedì mattina. Le parti torneranno a incontrarsi il 28 e 29 dicembre a Bergamo.

Solo allora probabilmente si saprà se il testo dell’accordo sottoposto da Tenaris ai sindacati verrà siglato. Il caso è noto ed è finito anche in parlamento e in Regione Lombardia al cospetto di Roberto Formigoni: qualche mese fa, l’azienda ha annunciato 1024 esuberi distribuiti sui cinque stabilimenti (due a Dalmine, Costa Volpino, Piombino e Arcore). In città, i lavoratori sui quali pende la spada di Damocle sono 64, un taglio motivato con il calo dei volumi produttivi e quindi, questa è la brutta notizia, destinato a non scendere. L’azienda addirittura, in corso di trattativa, ha ipotizzato un incremento delle mutilazioni d’organico, dovuto al fallimento del progetto di concentrare ad Arcore anche il settore servizi di Piombino e Costa Volpino.

I sindacati si sono opposti definendo inaccettabile la proposta e i tagli arcoresi rimarranno probabilmente invariati. “C’è però –ha spiegato Antonio Castagnoli, Fiom Cgil- la prospettiva di un globale calo dei posti di lavoro a rischio. Non possiamo ancora parlare di cifre, ma la possibilità è concreta, stando alla proposta di accordo presentata lunedì da Tenaris. L’azienda si è poi detta disponibile a confermare i 114 milioni di euro di investimenti se l’accordo andrà in porto. Quello su cui punteremo sarà il criterio della volontarietà incentivata per le fuoriuscite e il criterio della rotazione per la cassa integrazione”.

Va detto che mediamente, anche ad Arcore, circa il 50 per cento dei lavoratori raggiungerà l’età della pensione nell’arco di cinque anni al massimo. In questi casi si tratterebbe di un accompagnamento incentivato con due o tre anni di cassa e poi la mobilità. Mentre il caso Tenaris si avvia alla conclusione, con le amarezze e le preoccupazioni del caso, in Knorr Bremse si soffre ancora e, ha spiegato Castagnoli “non ci sono elementi che fanno pensare a un’inversione di tendenza”.

L’unica bella notizia viene da Morse Tec che, sospinta dalla ripresa del mercato automobilistico per via degli incentivi, ha recuperato un po’ di commesse. Dopo le recenti 70 mobilità, negli ultimi tempi ha dovuto richiamare i lavoratori per coprire gli ordinativi.