Vimercate, morte di Pietro Cavallo«La causa è stata un aneurisma»

Vimercate-Usmate – È stato dimesso dal pronto soccorso dell’ospedale di Vimercate a mezzanotte e quaranta. All’una è stato colto da un nuovo malore mentre guidava verso casa e, alle 3 del mattino, è morto in ospedale per arresto cardiocircolatorio. La causa del decesso di Pietro Cavallo, 67enne residente con la moglie a Usmate, in via Stazione, secondo gli esiti parziali dell’autopsia eseguita martedì presso l’ospedale stesso è un aneurisma addominale. La drammatica vicenda che potrebbe anche finire in tribunale, su iniziativa dei familiari della vittima, si è verificata venerdì mattina della scorsa settimana.

La sera precedente, il 67enne si è recato in pronto soccorso da solo, per via di un fastidioso dolore al petto. È stato visitato e sottoposto ad alcuni esami di routine. Nel frattempo sul posto è arrivato anche il figlio, Domenico Cavallo, impiegato 41enne di Carnate. Verso le 0.40, il paziente è stato dimesso, anche se il dolore al petto non era scomparso del tutto. Per un breve tratto, padre e figlio sulle rispettive vetture sono rimasti vicini, poi le strade si sono separate e il padre ha preso la tangenziale Est Milano in direzione di Usmate Velate. È qui che l’avrebbe colpito l’aneurisma. Intorno all’una di notte, la vettura ha sbattuto contro il guard rail, poi si è fermata in corsia di emergenza all’altezza dell’ex Celestica. Sul posto sono intervenute la polizia stradale di Arcore e l’ambulanza del 118 che ha riportato Cavallo in ospedale.

“Mio cognato è un avvocato –ha spiegato il figlio- e si sta occupando di un’eventuale causa. Noi familiari, al momento, abbiamo altro in mente. L’unica considerazione che faccio ora è che, in pronto soccorso, avrebbero potuto ricoverare mio padre almeno per la notte e magari fargli una Tac. Invece l’hanno dimesso dicendo che non c’erano problemi e che si trattava di un fatto nervoso. Hanno perfino firmato una carta che diceva che si poteva mettere alla guida. Io penso a cosa sarebbe potuto succedere in strada. Mio padre, oltre a morire, avrebbe potuto uccidere qualcuno”. Domenico Cavallo, insieme al fratello e alla madre, ha portato la salma del padre nell’originaria Puglia, a Ostuni, dove giovedì pomeriggio si sono tenuti i funerali e la sepoltura.

“Mio padre voleva essere seppellito a Ostuni –ha spiegato il figlio- diceva che se non aveva potuto godersela da vivo, almeno lo avrebbe fatto da morto”. Intanto dalla direzione dell’ospedale arrivano brevissimi commenti. “Dopo che il paziente è arrivato in pronto soccorso, lo abbiamo tenuto in osservazione per alcune ore –ha spiegato il direttore Dino Meregalli- I dati relativi a questo caso sono molto delicati, li divulgherà la famiglia se lo riterrà opportuno”.
Valeria Pinoia