Museo del territorio di VimercateRestituiti i tesori romani alla città

Museo del territorio di VimercateRestituiti i tesori romani alla città

Vimercate – Hanno fatto ritorno in città, nella nuova casa del Must, i reperti romani di piazzale Marconi che per un decennio hanno dimorato al Civico Museo Verri di Biassono. Mercoledì il materiale è arrivato in Villa Sottocasa, tappa conclusiva del lungo percorso, soprattutto burocratico, che ha preso le mosse almeno tre anni fa, periodo al quale risalgono i primi abboccamenti, al principio segnati da qualche attrito, tra Palazzo Trotti e la direzione del Must, presieduta dal dirigente del settore cultura Angelo Marchesi, da una parte, e dall’altra il Comune di Biassono e il Museo Verri.

Nel mezzo ci stanno le tante autorizzazioni ottenute dalla Soprintendenza regionale ai Beni Archeologici, per acconsentire al trasbordo del materiale, e l’opera di catalogazione scientifica eseguita dal gruppo coordinato da Marchesi in collaborazione con l’Istituto di Archeologia della Università Cattolica di Milano. Il risultato finale è che la maggior parte dei reperti romani rinvenuti tra il 1999 e il 2000 in piazzale Marconi, quando venne edificata l’attuale galleria con stazione annessa, è tornata in città. Si tratta di trentuno reperti, databili a un periodo che va dal I secolo avanti Cristo fino al IV dopo Cristo.

“Da segnalare –spiega Marchesi- la coppetta in terra rossa con la scritta Atilia, ritrovata nella tomba della giovane ragazza romana che portava questo nome, alcune fini stoviglie come piatti, coppette, olpe, ossia una brocca con manico in terracotta, e poi ancora alcune monete tra le quali una importante siliqua in argento del V secolo dopo Cristo e una rara dacma padana del primo secolo avanti Cristo”. Questo materiale sarà esposto nella Sala delle Origini del Must.

“Il valore aggiunto di questo nostro Museo non è soltanto disporre di collezioni ma è saper raccontare la storia e l’attualità di questo territorio come i vimercatesi avranno presto modo di verificare –ha detto Roberto Rampi, assessore alla cultura- Detto ciò, è indubbio che rientrare in possesso dei reperti rinvenuti in uno dei più importanti scavi è molto importante. Ed è pure significativo rispetto al profilo del Must perché l’iter per ottenere materiale di questo tipo è lungo e faticoso. La Soprintendenza predispone un percorso preciso, costellato di numerose autorizzazioni, perché sono richieste determinate condizioni di conservazione e di fruizione che il Must ha dimostrato di possedere. Il nostro museo ha dunque anche tutte le caratteristiche di un museo archeologico e per Vimercate è importante che questi reperti oggi siano qui”.

Tra i reperti archeologici ritrovati nel corso dei decenni in città e riuniti al Must ci sono, tra l’altro, anche una patera, rinvenuta nel 1959 in città e risalente al quarto secolo dopo Cristo, per lungo tempo presso la sede milanese della Soprintendenza ai beni archeologici, e il monetiere del Santuario della Beata Vergine, ritrovato nel 1988 e per un ventennio al Castello Sforzesco di Milano.
Anna Prada