La crisi strangola le famiglieVeglia per il lavoro a Vimercate

Vimercate, Bames non miglioraLavoratori sul piede di guerra

Vimercate – Oltre 800 persone hanno chiesto di accedere al Fondo famiglia lavoro voluto, lo scorso dicembre, dall’arcivescovo di Milano Dionigi Tettamanzi. Nel 2009 le persone in cerca di lavoro sono state più di 15mila, il 90 per cento in più rispetto al 2008. Questi i dati, aggiornati, all’inizio di aprile, relativi alla zona 5 di Monza, che comprende i comuni di Cantù, Carate, Desio, Lissone, Monza, Seregno, Seveso e Vimercate. Numeri di una crisi che non accenna a mollare la presa e che ormai colpisce in modo indistinto: italiani, stranieri, operai e dirigenti.

Numeri che hanno spinto l’Arcidiocesi e le Acli a promuovere, per venerdì prossimo 30 aprile, una veglia di preghiera e riflessione per il lavoro. Il ritrovo è per le 20.30 nel parcheggio della Bames Sem, una delle numerose aziende del vimercatese coinvolte dalla crisi: da lì il corteo si muoverà fino alla chiesa di Santa Maria Maddalena a Velasca, dove sarà celebrata una messa e letto un messaggio del cardinale. A celebrarla ci saranno il decano di Vimercate don Giovanni Verderio, il vicario del vescovo per Monza e la Brianza monsignor Armando Cattaneo e don Mirko Bellora, responsabile della comunità pastorale di Vimercate e Burago.

“Non vogliamo cercare delle risposte perché di fronte alla crisi siamo impotenti – spiega Lino Oldrati, presidente del circolo Acli di Vimercate – ma vogliamo essere solidali con i lavoratori. Il momento è particolarmente grave e ci sembra che manchi un progetto per affrontare il futuro. Ci auguriamo che la veglia sia un momento di riflessione”. “Il decanato di Vimercate è quello che ha ricevuto di più dal Fondo famiglia e lavoro – rivela monsignor Giuseppe Ponzini, ex parroco di Vimercate -. Da un lato perché sul nostro territorio sono diverse le grandi aziende in crisi, dall’altro perché la presenza capillare dei centri di ascolto è stata utile per raccogliere e incanalare i disagi delle famiglie. La situazione è dura: ci sono famiglie che, un anno fa, contribuivano al fondo e ora ne fanno richiesta”.

Finora nella zona 5 sono stati stanziati un milione e 200mila euro: ne hanno usufruito 614 persone, divise equamente tra italiani e stranieri. La città capofila è Vimercate con 167 richieste soddisfatte, seguita da Cantù (117) e Monza (73). “Nella primissima fase della crisi i più colpiti erano gli stranieri, i lavoratori atipici e le donne – precisa Marco Viganò, segretario della Cisl Brianza -. Gli ultimi dati indicano che ora in difficoltà ci sono anche i capifamiglia e la sensazione è che sia aumentato il lavoro nero”. Attualmente le persone che chiedono accesso al Fondo famiglia lavoro ricevono un sostegno economico di 400 euro mensili per quattro mesi. Le risorse, tuttavia, si stanno esaurendo, anche se l’intenzione del cardinale Tettamanzi era quella di tenere il fondo vivo almeno fino alla fine del 2010.
Simone Pace