In vetrina ha bong, cilum e pipetteMonza, è rivolta sul nuovo negozio

In vetrina ha bong, cilum e pipetteMonza, è rivolta sul nuovo negozio

Monza – Ha festeggiato con proteste e feroci polemiche le sue prime due settimane di vita l’Inferno Giallo, il nuovo negozio “per fumatori” appena aperto in via Bergamo. Ogni giorno gruppetti di ragazzi si fermano incuriositi e interessati davanti alla vetrina, attirati dalle foto dei semi di canapa, e dagli oggetti decisamente originali: dai bong ai cilum, dalle pipette al kit per sniffatori.

Nessun commento da parte del titolare, che preferisce non rilasciare dichiarazioni, abituato comunque alle polemiche suscitate dopo ogni nuova apertura. Questo infatti è il quarto negozio di una catena commerciale che passa da Milano per spingersi fino a Como e Cantù. E ora anche Monza. Il volantino del negozio elenca, in modo asettico e puntuale, le possibilità offerte: smart shop, hemp shop, head shop, semi da collezione indoor, bong, cilum (appunto), articoli per la coltivazione, per fumatori, oggettistica per regali, gioielleria per body piercing. Insomma, tutto quello che serve per il consumo tranne, ovviamente, le sostanze stupefacenti.

Inevitabile quindi che non scoppiassero in tempo record le polemiche e le proteste da parte non solo dei residenti, ma anche degli altri commercianti e dei genitori dei ragazzi che frequentano le scuole del circondario. «È un negozio che istiga al consumo di droga – tuonano alcuni genitori delle preziosine -. Poco importa che non venda direttamente droghe, il solo fatto che proponga una simile carrellata di oggetti è comunque un invito per i tanti ragazzi della zona». Una protesta che domani verrà portata direttamente nell’ufficio dell’assessore al Commercio, Paolo Gargantini. «Abbiamo chiesto un incontro per cercare di capire chi possa aver dato la licenza a un simile negozio – spiega una delle mamme che presenzieranno all’appuntamento in Comune -. Ci siamo informati: sappiamo che lo scorso novembre, nel comune di Cassino, la Guardia di Finanza ha fatto chiudere un negozio di questo tipo, contestando l’istigazione all’uso di droga. Esiste quindi un precedente e ci auguriamo che l’assessore possa prenderlo in considerazione per agire di conseguenza».

Solidali con i genitori sono anche i commercianti delle vie Bergamo, Pesa del Lino e Durini. «Si è parlato tanto di riqualificazione della via, e ora piazzano un negozio di quel tipo – dicono -. È come se si volesse far passare la droga come qualcosa di normale. È questo il messaggio più pericoloso che un negozio come quello può lanciare ai nostri ragazzi».
Sarah Valtolina