Bimbo curdo dall’Iraq a Monza,Lanzetta lo opererà alla Zucchi

Bimbo curdo dall’Iraq a Monza,Lanzetta lo opererà alla Zucchi

Monza – Shukr ha solo cinque anni, gli occhi nerissimi e i capelli corvini, il viso vispo e la pelle olivastra della gente della sua terra, il Kurdistan iracheno, la regione massacrata e sterminata dalla furia distruttiva del regime di Saddam Hussein. Una guerra che ha causato migliaia di morti e un numero imprecisato di piccole vittime che ancora oggi, a distanza di anni, vivono sul loro corpo la guerra ingaggiata dal dittatore. Corpi mutilati e deformati dall’uso di armi chimiche. Corpi come quello del piccolo Shukr, nato focomelico, con entrambe le braccia malformate. La maggior parte dei suoi coetanei, sfregiati dalla guerra, rimane nel paese d’origine, senza nemmeno sognare un’altra vita.

Per questo bambino, invece, la storia è andata diversamente. Ora è a Monza, insieme a papà Mahr Nadr Mustafa Mohammad, 29 anni, mamma Shilan, 26 e alla sorellina, la piccola Vahin di soli tre anni, e domani sarà operato, gratuitamente, dall’equipe del professor Marco Lanzetta, che utilizzerà, sempre pro bono, le sale operatorie e la strumentazione della clinica Zucchi. Una storia, quella del piccolo Shukr e della sua famiglia, iniziata quattro anni fa quando, grazie all’intervento di una ong italiana che opera nel loro territorio, il bambino, nato anche con un difetto cardiaco, ha potuto venire in Italia, all’ospedale di San Donato, per essere operato. Da allora quello con l’Italia è stato un canale sempre aperto, e quando mamma e papà hanno iniziato a pensare a un’operazione anche per rimettere a posto le braccia del loro bambino, il pensiero è corso subito al nostro Paese. Nel 2007 la prima trasferta a Roma, dove conoscono il comitato Maria Letizia Verga e l’ospedale San Gerardo. Nel 2008 l’intervento nel nosocomio monzese, senza però ottenere il successo sperato. Poi l’incontro con la Casa di accoglienza della parrocchia di San Carlo, dove figlio e papà sono rimasti per qualche tempo.

«È stato grazie all’interessamento delle volontarie della Casa di accoglienza che ho potuto avere la possibilità di far visitare il mio bambino al professor Lanzetta – spiega Mahr -. Il dottore non solo ha acconsentito a vedere mio figlio, ma si è anche offerto di operarlo gratuitamente». Un sogno diventato realtà, grazie alla fitta rete di solidarietà che ha sostenuto Shukr in tutti questi mesi, tra cui anche Beppe Tognasso e l’associazione Tadamun, che si sono fatti da intermediario per fare in modo che l’operazione potesse avere luogo. Il piccolo sarà operato domani. Resterà in Italia per tutta la degenza postoperatoria, ma lo aspettano molti altri interventi che gli permetteranno, un domani, di poter usufruire di protesi alle braccia.
Sarah Valtolina