Fiorenzo Magni, il mito fa 90A Lissone gli auguri di Merckx

Fiorenzo Magni, il mito fa 90A Lissone gli auguri di Merckx

Lissone – «Uno che ha sfidato il mondo, ma prima ha sfidato se stesso», questo è Fiorenzo Magni per definizione dell’amico e confidente Alfredo Martini, compagno di squadra e di avventure. Una vita e una carriera tutte da raccontare quelle del campione che compirà 90 anni il prossimo dicembre, ed è stato festeggiato in anteprima assoluta, domenica scorsa a Palazzo Terragni, con un evento eccezionale organizzato dallo Sport Club Mobili Lissone, con Patrocinio e contributo di Regione Lombardia, Provincia di Monza e Brianza, Comune di Lissone, assessorati alla cultura e allo sport.

Auro Bulbarelli, vice direttore di Rai Sport, dando inizio alla manifestazione, ha indicato nel pubblico un vero e proprio parterre de roi, come sarebbe piaciuto ad Adriano De Zan. C’erano Eddy Merckx e Vittorio Adorni, la famiglia Magni, Marina Coppi e Andrea Bartali, autorità delle organizzazioni ciclistiche, Angelo Zomegnan direttore del Giro d’Italia, Ottavio Cinquanta del Cio, Gianni Petrucci presidente Coni, e del mondo politico, sindaco e assessori lissonesi, il presidente della Provincia Dario Allevi, l’assessore regionale Massimo Zanello, e tanti appassionati, soci dello Sport Club Mobili e no. Alessandra De Stefano e Beppe Conti conducevano, insieme a Bulbarelli.

La prima a formulare auguri, al microfono della De Stefano, è stata la signora Liliana Magni: «Abbiamo passato 63 anni insieme, posso augurarne altri 100? Saranno un poco troppi?». La figlia Beatrice: «Io sono di parte, ma mio padre è una persona straordinaria, intelligente, sensibile. Ti voglio bene papà!». Ad enumerare le imprese “ai limiti del disumano” compiute da Fiorenzo Magni, ci hanno pensato i giornalisti televisivi e gli spezzoni dell’Istituto Luce e delle telecronache di allora. Tre il numero magico di Magni: il terzo uomo tra Coppi e Bartali; vinti tre giri delle Fiandre consecutivi dal 1949 al 1951, che gli meritarono il soprannome di Leone; tre i giri d?Italia conquistati nel 1948, 1951, 1955, tre Trofei Baracchi e tre Campionati nazionali, e tanto altro.

Polemiche, sofferenze e rinunce non mancarono nella carriera, una per tutte il forzato abbandono al Tour de France del 1950, mentre era in maglia gialla. Ma, per quella che lui ha chiamato “legge di compensazione”, alle difficoltà seguivano sempre i successi. «Devo restituire al ciclismo quello che mi ha dato, e mi ha dato tanto», ha detto Magni che fu sempre intraprendente e lungimirante anche al di fuori dell’agonismo.
Cristiana Mariani