Vimercate, ex Celestica stagnante«Se non cambia rischio altri tagli»

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Vimercate – “Se non partono i piani industriali, incentrati su spin, wi-max e inverter, temiamo che i cento esuberi strutturali annunciati dall’azienda mesi fa rischino di aumentare ancora. Senza gli investimenti annunciati da tempo, è difficile se non impossibile pensare che possano rientrare dalla cassa integrazione cento persone”. È con questa forte preoccupazione, peraltro la medesima che, nella sostanza, da anni occupa la scena all’ex Celestica, che Claudio Cerri, segretario generale Fiom Cgil Brianza, ha riassunto uno dei nodi emersi mercoledì pomeriggio nell’incontro con l’azienda preliminare alla discussione sul rinnovo della cassa integrazione in deroga per altri sei mesi, fino a febbraio 2011, ai quali dovrebbe seguire un anno di cassa straordinaria.

La richiesta della deroga riguarda 230 lavoratori di Bames. Sul tavolo i nodi da sciogliere continuano a essere molti, dalla gestione della cassa al rallentamento dei piani industriali; dalla mancata reindustrializzazione alla una sollecita ed efficace ripresa del tavolo istituzionale . “Mercoledì l’incontro ha avuto una duplice valenza –ha aggiunto Cerri- Da un lato, è stata la prima riunione avvenuta dopo il passaggio dell’azienda dalla Confindustria di Milano a quella di Monza e Brianza, dall’altro abbiamo rilevato come non vi sia avanzamento alcuno se non nelle difficoltà di applicazione del piano industriale”.

A preoccupare è dunque uno stallo produttivo che rischia di pesare gravemente sull’occupazione. Da anni si procede a colpi di cassa integrazione e di strategie industriali modificate man mano, “c’è poca concretezza nell’applicazione dei piani industriali e in aggiunta l’azienda sta gestendo la cassa integrazione in modo diverso dalla cornice disegnata nell’accordo –ha proseguito il sindacalista- Per quanto concerne i piani industriali, l’azienda sostiene che il rallentamento dovuto ai mancati investimenti non significa rinunciare. Ma è inevitabile che se non partono questi piani, il riflesso occupazionale, in negativo, arriverà”.

La questione, più in generale, resta quella della rilancio complessivo del sito. A partire dal numero di persone che vi lavorano. Il Piano di governo del territorio prevede lo stralcio di 80mila metri quadrati di proprietà di Bames dal parco agricolo della Cavallera, su richiesta della stessa Bames, per aprire la strada alla costruzione di due nuovi capannoni che ospiteranno tre nuove attività industriali, parte delle quali di manifattura non hitech. “Benissimo –ha concluso Cerri- Ce ne parlino. Sappiamo che realtà non appartenenti all’hitech si sono affacciate con qualche interesse a questo sito. Questo però oggi non sta dando risposta al problema occupazionale. La sensazione è che si tratti di una mera operazione di compartecipazione alle spese di gestione di quel complesso immobiliare. Anche di questo vorremmo poter parlare al tavolo istituzionale la cui riunione chiediamo da mesi”.
Anna Prada