Il Gran premio d’Italia si avvicina Monza, le polemiche infuriano

Il Gran premio d’Italia si avvicina Monza, le polemiche infuriano

Monza – Gianni Alemanno non ha perso tempo per tornare alla carica e ribadire che, «il Gran premio a Roma si farà. Se le certezze non esistono, questa è una promessa molto solida. Ci sono ancora dei problemi, perchè bisogna trovare un’intesa piena con gli abitanti dell’Eur, ma nel 2012 o 2013 ci sarà un Gp di Formula 1 fisso a Roma».«È davvero singolare che il sindaco di Roma un giorno voglia introdurre una tassa manifestazioni per contenere i disagi e un altro giorno annunci l’arrivo di un Gp permanente in città», gli fa eco Paolo Grimoldi, della Lega. «Per trovare un equilibrio alle sue sparate farà pagare la tassa anche ai piloti? Magari mettendo nel circuito i caselli che ha abbattuto sul Grande raccordo anulare? Facciamo finta di credergli: Roma avrà un Gran premio di Formula 1 dal 2012-2013. Hai in mano qualche straccio di documento sull’impatto acustico e ambientale? È certo che i residenti dell’Eur si faranno convincere? Quanti soldi pubblici verranno spesi in tempi di crisi? Quanti giorni di paralisi subirà il quartiere per allestire e smontare il circuito? Quali sponsor alternativi garantisce per non fare concorrenza al Gran premio di Monza? Sono semplici domande, caro sindaco mi risponda».

Categorico anche l’assessore regionale allo Sport, Monica Rizzi, che difendendo Monza va anche oltre: «<Luca Cordero di Montezemolo dica se è con o contro Monza: io credo che una chiara presa di posizione da parte del presidente della Ferrari, che nel nostro Paese vende al nord la stragrande maggioranza delle sue auto, sia quantomeno opportuna».

«Al sindaco Alemanno dico solo: auguri!», commenta il presidente della Provincia, Dario Allevi. «Faccio gli auguri ad Alemanno, che si troverà ad affrontare i numerosi Comitati nati nella zona dell’Eur, cittadiniche si stanno battendo ed organizzando per evitare quell’assurdità di realizzare un circuito nella capitale», continua Allevi. Intanto, mentre le quote degli scommettitori sulla realizzazione di un Gran premio all’Eur scendono a 1,50, la Provincia di Monza ha annunciato il pieno sostegno all’iniziativa promossa nei giorni scorsi dal Comitato Salute e ambiente e dagli Amici dell’autodromo. Che, domenica prossima alle 14 e in contemporanea con la partenza del Gp nel circuito monzese, diffonderà attraverso altoparlanti installati lungo le strade interessate il rumore dei motori della Formula 1. «I decibel prodotti dal rombo dei motori saranno la colonna sonora della domenica romana», spiega Allevi, «e i cittadini si renderanno conto di cosa vuol dire avere il circus della Formula 1 sotto casa. Sappiano a Roma che la Brianza continuerà a difendere il suo Gran premio senza se e senza ma, anche mettendo in campo iniziative come queste: non ci fermiamo».

La polemica con Roma, però, non è che la miccia di un incendio ancor più vasto che scatena Cesarino Monti, in risposta alle dichiarazioni video del direttore dell’autodromo, Giorgio Beghella Bartoli, intervistato al Tg3 Lombardia.

«Più che le parole di Alemanno, mi lasciano esterrefatto quelle del direttore dell’autodromo di Monza, Giorgio Beghella, che di fatto benedice il Gran premio di Roma. Mi chiedo se si stia già guardando intorno dopo il cambio ai vertici dell’Automobile club Milano», tuona il senatore leghista Cesarino Monti. «Quelle del sindaco Alemanno sono le solite sparate e non mi preoccupano più di tanto, perchè sono convinto che con tutti i problemi che ha avuto e ha tuttora Roma nella gestione dei grandi eventi, il Gran premio cittadino, che comporterebbe la paralisi per molti di giorni di un grande quartiere come l’Eur, non si farà mai. Non a caso Alemanno lo promette per una data che coincide con la fine del suo mandato. Mi sembrano assai più gravi se non addirittura vergognose, le parole di Giorgio Beghella che mentre ricopre l’incarico tecnico di direttore dell’autodromo di Monza afferma pubblicamente in televisione con sconcertante leggerezza, che secondo lui due Gran premi potrebbero tranquillamente coesistere, come fu in passato con quello di Imola, che guarda caso ora non c’è più». Cesarino Monti prosegue: «Di fronte ad un’uscita del genere c’è da chiedersi se l’ingegner Beghella, non abbia già fiutato un’aria nuova dopo il cambiamento ai vertici dell’automobile club Milano che controlla la Sias, per cui lavora».

La partita Sias Di fatto quella del Gran premio sarà solo una parentesi per la politica sportiva che in queste settimane ha tessuto trame per vestire a nuovo la Sias. I tempi verosimilmente stretti con cui andrà a comporsi il nuovo assetto della società prevede, al di là dei nominativi, l’unica altra incognita relativa al numero dei membri. Che, da statuto, possono essere nove o undici. Di cui quattro spartiti tra Automobil club d’Italia, Regione, Comune di Monza e Comune di Milano.

Aci, il ricorso va avanti L’ipotesi di accordi trasversali ipotizzati negli ultimi giorni, per cui si andrebbe a ricompattare lo strappo con la lista Per la trasparenza in cambio di accordi sulle nomine Sias, è negato senza incertezze da Roberta Gremignani, rappresentante della lista facente capo a Jacopo Bini Smaghi: «Non credo affatto che ci sia l’intenzione di ritirare il ricorso al Tar. Gli esposti presentati alle Procure di Monza e Milano, tra l’altro, seguiranno il loro corso indipendentemente dalla nostra volontà. Comunque sia, nel momento in cui si è deciso di ricorrere alla giustizia lo si è fatto perché convinti in ciò che si faceva e quindi non ci sono motivi per fare un passo indietro. Ora pertanto attendiamo che il Tar possa discutere nel merito, ci attendiamo tra ottobre e novembre».

La Gremignani è molto chiara e riferendosi alla lista Valli aggiunge: «Frequentiamo lo stesso ambiente, ci si conosce, anche se in questa occasione abbiamo seduto su tavoli diversi. Perciò anche a noi sono giunte voci secondo cui qualche personaggio a noi vicino avrebbe la facoltà di far ritirare il ricorso per poi patteggiare le cariche. Ma, detto che solo Bini Smaghi potrebbe farlo, non credo che succederà mai: perché è una persona precisa, ma anche per rispetto della giustizia».
Stefano Arosio