Lissone, l’assessore: “Ricevotelefonate anonime, ho paura”

Lissone, l’assessore: “Ricevotelefonate anonime, ho paura”

Lissone – «Io ho paura». L’assessore alla cultura Daniela Ronchi ha esternato in consiglio comunale la propria paura di fronte ad intimidazioni di cui è vittima da un po’ di tempo. «Di lettere anonime ne ho ricevute tante in passato, ma non le ho mai prese seriamente in considerazione- ha affermato- ma negli ultimi giorni ricevo tante telefonate e ho paura». La voce era comprensibilmente rotta dall’emozione, ma il coming out dell’assessore leghista ha voluto rompere un silenzio che evidentemente stava diventando assordante.

Lo ha fatto non a caso venerdì scorso, in consiglio comunale, nel pieno della bufera che sta investendo il marito Fabio Meroni, tirato in ballo da una querela presentata dal gestore del bar del laghetto (e del bar del Comune). Daniela Ronchi ha voluto chiarire «le problematiche al laghetto» ripercorrendo i fatti, seguiti da lei in prima persona, dalla vecchia gestione alle «difficoltà di entrare in possesso delle chiavi da chi gestisce il bar adesso». «Qui non si ottempera a quanto richiesta dal Comune e ciò mi fa paura- ha sèiegato l’assessore- ma bisogna dire alla gente che si lavora, mi spiace che ci sia di mezzo Fabio Meroni e mi sento responsabile».

 L’assessore poco prima si era dichiarata al fianco dei consiglieri di opposizione del Pd-Vivere Lissone che sabato pomeriggio hanno aderito alla fiaccolata contro la mafia promossa dal Pd provinciale da Limbiate a Monza e passata per Cesano Maderno, Desio e Lissone. Un’iniziativa annunciata con le maglie “no pizzo in Brianza” indossate dai consiglieri di opposizione in aula consiliare la sera prima.
Elisabetta Pioltelli