Vimercate e il rilancio ex CelesticaBames chiede aiuto alle istituzioni

Vimercate, Bames non miglioraLavoratori sul piede di guerra

Vimercate – Bames-Sem ci crede. Crede ancora che sussista il margine industriale e occupazionale perché decolli quella reindustrializzazione del sito ex Celestica, avviata quattro anni fa e ancora ferma al palo. Sotto il segno della sinergia. Con le istituzioni, con i sindacati, con altri soggetti industriali che si dice pronta a salutare come benvenuti. Con il distretto hitech, ora anche green e di baricentro monzese. “Non dimentichiamo che continua ad avere sede operativa qui da noi. Dopo le recenti modifiche dello statuto, dalla Provincia di Monza e Brianza ci aspettiamo ancora maggiore disponibilità rispetto al passato. Noi faremo la nostra parte, ma auspichiamo che le istituzioni coordinate diano il loro supporto”, chiarisce Luigi Bagordo, responsabile delle relazioni industriali di Bames Sem.

Supporto che, è facile intuire, per l’azienda dovrebbe unire il tema della geografia industriale, si legga l’incarico di Regione Lombardia all’agenzia di advisoring Sofit perché esplori la disponibilità di nuovi insediamenti industriali nel sito di Velasca, a incentivi e accesso a fondi dedicati alla tecnologia d’avanguardia, visto che l’ultimo piano industriale di Bames-Sem vira appunto su fotovoltaico e wimax e più d’una difficoltà ha ravvisato, complici la contrazione del mercato e la stagnazione generale dell’economia. “Purtroppo la programmazione in atto conferma che oggi c’è un ritardo di sette-otto mesi sull’esecuzione del piano industriale –ammette Francesco Spada, direttore del personale di Bames-Sem- Sono dati di fatto, chi lavora qui conosce questa situazione che resta innegabile. Ma i prodotti li abbiamo, dobbiamo fare uno sforzo per uscire da questa impasse e da soli, probabilmente, non siamo sufficientemente adeguati”, riconosce il dirigente riferendosi alla necessità, ribadita dai sindacati e condivisa dal Ministero dello Sviluppo economico, che nuovi soggetti entrino nel sito di via Kennedy.

Il timore è che il comparto si svuoti e che si perdano altri posti di lavoro. “Il programma prevedeva che nell’arco di 24 mesi due terzi del personale in cassa integrazione, ossia duecento persone, venisse riassorbito in reparto –prosegue Spada- Questo ritardo finora ha impedito il riassorbimento anche di una sola unità. Se a febbraio 2012 saremo ancora in ritardo, be’ la risposta verrà da sé. Le cento unità già previste di mobilità potrebbero aumentare”. Scenario che i sindacati vorrebbero vedere scongiurato con l’apporto di nuove realtà industriali. E l’ipotesi di ampliamento, con due nuovi capannoni e tre nuovi soggetti, preannunciato da Bames? Il Comune ha proceduto con lo stralcio di circa 60mila metri quadrati di area di proprietà dell’azienda dal parco della Cavallera, utile a questo insediamento. “I progetti sono ancora al vaglio del potenziale cliente –spiega Bagordo- Non è ancora stata sciolta la riserva. Certo è che a noi interessa costruire solo se necessario, in questo momento stiamo ottimizzando l’utilizzo dell’esistente”.
Anna Prada