Vimercate, la storia è un MustApre il Museo del territorio

Vimercate, la storia è un MustApre il Museo del territorio

Vimercate – Fra tradizione e tecnologia. I reperti d’epoca romana esposti nelle teche, come accade nel più classico dei musei. Ma anche pannelli digitali con didascalie che scorrono, monitor che esibiscono filmati in loop e schermi con opzioni interattive, ad arricchire le collezioni, a dare informazioni in modo rapido e accattivante, a indicare suggestioni su quel che il Vimercatese è stato e su quel che potrà essere. Il Must di Villa Sottocasa nasce e si contraddistingue in questo particolare connubio. In questi giorni sono in corso le ultime finiture in vista dell’inaugurazione, alla presenza delle autorità e della stampa, prevista per venerdì 12 novembre. Dal giorno seguente la struttura aprirà stabilmente al pubblico.

All’interno – Denso di contenuti, distribuiti nelle sale a piano terra e al primo piano, il museo conduce per mano il visitatore, spaziando dall’epoca romana, attraverso il Medioevo e il feudo, al decollo industriale dell’Ottocento, all’evoluzione della produzione e dei costumi di metà Novecento, alla contemporaneità. Le collezioni raccontano e illustrano, in moltissimi casi affiancano alla narrazione il suo oggetto materiale. Se nel caso delle suppellettili antiche, si tratta di are romane, dei reperti della necropoli di piazzale Marconi, delle monete del Santuario, della Stele dei Domizi, quando si passa all’industria, si possono osservare filati, passeggini Peg Perego, biciclette Colnago, ma anche un recentissimo pannello solare della Solarday, e ancora prodotti della Gasperoni, della Bburago, della Crystal ball per citarne solo alcuni, inseriti in una sorta di scacchiera in legno dotata di pannelli apribili dal pubblico. Suggestiva anche quella sorta di ”natura morta” sistemata in vasi di vetro: biglie, bottoni, gettoni del telefono, nastri magnetici, il passato non ancora remoto e che però già è sul punto di svanire.

Da ieri a oggi – Di enorme impatto, anche per il ”gioco” di interazione con i visitatori, è la sala dei paesaggi: su un grande schermo vengono proiettate fotografie di luoghi caratteristici dei paesi della zona; la luce di alcune torce, azionate dal pubblico, cancella l’immagine in bianco e nero e lascia spazio a filmati dei medesimi luoghi girati oggi, con uno stacco visivo e temporale che sorprende e affascina. A dare una prospettiva sul territorio sono anche gli spezzoni di film girati qui: come La cena per farli conoscere di Pupi Avati (2006), La cura del gorilla di Carlo Sigon (2006)), Le cinque giornate di Dario Argento (1973), Natale a casa DeeJay di Lorenzo Bassano (2004), per citarne solo alcuni. Tutte le sale del museo sono videosorvegliate. All’ingresso sono sistemati un’area di ristoro, una sala con poltrone, giornali e letture, e un locale dove verrà trasmesso in loop un filmato che illustra i contenuti, la cronologia e il percorso che attende il visitatore.
Anna Prada