Monza – Maglione viola, sguardo teso, sorriso un po’ forzato: si era presentato così Corrado Verdelli, il nuovo allenatore partorito dopo l’assurdo periodo di vacanza durato ben quattro settimane. “Sul tavolo avevamo diversi allenatori” aveva bluffato Vincenzo Tridico, “giovedì scorso abbiamo chiuso una trattativa che andava avanti da due settimane”.

Verdelli, 47 anni da Lodi, non poteva far altro che confermare: “Ho rischiato di perdere un paio di treni sperando in una richiamata del Monza. Il contratto? Fino a giugno”. Ma che allenatore sarà quel giocatore che, nel ruolo di libero, condusse per mano il Monza edizione 1987/1988 dritto in serie B lasciando presagire una carriera d’alto livello solo in parte mantenuta con Inter e Cremonese? “Sono un pragmatico”, aveva affermato lunedì. “Se c’è da far legna non ci tireremo indietro, faremo anche sparire i palloni se servirà”.

Non si vergogna, Verdelli, di guardare per prima cosa al risultato: alla faccia degli esteti, della tattica a tutti i costi eccetera eccetera. “Per i tre punti faccio qualsiasi cosa”, ci spiega, “faccio sparire i palloni, gioco anche a sei dietro: in certe situazioni l’estetica non conta, prima vedi la luce e poi c’è il bello”. Tu eri un buon difensore, questo Monza invece è un disastro in fase di contenimento… I gol presi? Una mezza idea me la sono fatta: va rivisto l’atteggiamento difensivo nel complesso, serve migliorare in modo globale. E poi serve attenzione, un’attenzione maggiore nel legarsi col reparto: bisogna lavorare lì con la massima dedizione e sbagliare meno. Il difensore ha un ruolo particolare, anche nelle partitine non ti diverti, serve sempre concentrazione. E comunque prima c’è la fase difensiva, le case si costruiscono dalle fondamenta”. Che squadra hai trovato? “Una squadra che ha gamba, che ha fatto buone ripartenze: ho parlato col preparatore per inglobare qualcosa: il tempo c’è”.
Saverio Gennaro