Intervista a Luigi Rovati

Intervista a Luigi Rovati

Monza – La sua parola d’ordine è la ricerca. Luigi Rovati, presidente e fondatore della società farmaceutica Rottapharm–Madaus di Monza, oggi si presente nelle vesti di fine collezionista. “Ho sempre collezionato –spiega- con lo stesso metodo con il quale ho formato la mia vita di ricercatore: raccolgo elementi per la conoscenza”.

Da dove arriva la sua passione per la storia e per l’arte?
“Viene da lontano. Da quando, da piccolo, mi adagiavo sulle ginocchia di mio nonno e prendevo sonno ascoltandolo discutere con un suo caro amico della storia, per lui recente, delle campagne di Radetzky nel milanese e nel pavese. Ricordo quando sul calesse, mio nonno mi portava a vedere i segni della storia recente, come le palle di cannone a Montebello della battaglia”.

Come collezionista si è dedicato però al Medioevo. Come mai questa scelta?
“E’ stata una scelta istintiva. Mi sono sempre piaciute le cose che cominciano, che modificano l’esistente. Forse è proprio per questo desiderio di innovazione che ho creato un’industria farmaceutica. Comunque nel medioevo vedo il tempo della distruzione dell’impero romano, ma anche della nascita di un’epoca nuova. Da questi secoli cosiddetti bui emergono alcune luci che contribuiranno a preparare la nascita di una nuova civiltà: quella che può sembrare decadenza o stasi è invece una laboriosa gestazione attraverso la quale nuove forze entrano a poco a poco nella storia.”.

C’è nella sua collezione un oggetto a cui è più legato?
“Certamente sì. E’ una croce aurea con al centro una moneta d’oro di epoca longobarda. Secondo me rappresenta la sintesi di due mondi: quello religioso e quello civile”.
Ros. Red.