Carate, precipitò con l’aereoTorna sul luogo della sciagura

Carate, precipitò con l’aereoTorna sul luogo della sciagura

Carate – Il volto è segnato da quel terribile impatto, ma la risposta è pronta e, se non si fosse a conoscenza dell’incidente, mai si potrebbe pensare che sia precipitato da centinaia di metri d’altezza mentre si trovava al comando di un piccolo aereo da turismo. Si dice fortunatissimo, più che miracolato, Michel Berclaz, 51 anni, l’istruttore di volo svizzero che il 28 dicembre del 2009 sorvolava la Valassina durante una lezione in compagnia dell’allievo Silvan Bascquet, 28, quando il DA 40 della Diamond Star su cui viaggiavano ha iniziato a perdere quota, sino a impattare in un campo coltivato a ridosso della superstrada al confine con Seregno. Ad attutire il colpo era stata la neve, anche se le condizioni dei due aviatori erano apparse subito gravissime ai primi soccorritori, gli agenti della Polizia stradale di Seregno.

Il racconto –  «Non posso che ringraziarli – si racconta Michel a poco più di un anno da quei fatti – se non fossero stati così pronti e vicini, forse non sarei ancora vivo». Michel si racconta in mezzo a quel campo maledetto-benedetto in compagnia della moglie, il suo angelo custode insieme ai medici. Il suo viaggio in Brianza questa mattina, mercoledì. «Di quei momenti non ricordo nulla – prosegue – addirittura nei primi giorni dopo la ripresa, non ho riconosciuto il mio allievo, nemmeno lui sapeva chi fossi, solo quando ha visto che nel telefono cellulare aveva il mio numero, allora si è ricreduto». Michel è uscito dall’ospedale dopo undici settimane, iniziando un’intesa terapia riabilitativa che prosegue ancora oggi due volte la settimana. Non ci vede più da un occhio, fatica a riprendere il pieno uso di un piede e la memoria spesso gioca qualche brutto scherzo, ma è vivo, parla, è autosufficiente, ricorda alla perfezione i suoi cari e la sua vita e per questo si ritiene fortunatissimo: «Una fortuna dovuta anche alle ottime cure ospedaliere (al San Gerardo di Monza, nda) e alla terapia in Svizzera». Michel al momento non lavora, ma da giugno ha ricominciato a guidare e a luglio è tornato una prima volta con Silvan Basquet, l’allievo, nel campo di Carate. Silvan inizialmente era il più grave, rimasto in coma per giorni, ora ha già ripreso a lavorare mezza giornata.

“Siamo stati fortunati” – «Siamo stanti fortunati – conclude Michel – anche per via del carburante. Il Diamond, alimentato a gasolio, non è esploso dopo l’impatto, invece un mio collega, un amico pilota, sei mesi dopo il mio incidente è morto carbonizzato durante la fase di partenza. L’aeroplano dopo il decollo era subito precipitato, poi esplodendo perché la benzina aveva preso fuoco».
Cristina Marzorati