Binario 7: è blues, libera ed è beat”La canzone di Nanda” a Monza

Binario 7: è blues, libera ed è beat”La canzone di Nanda” a Monza

Monza – Andate a vedere Giulio Casale al Binario 7. “La Canzone di Nanda”, con la regia di Gabriele Vacis, è uno spettacolo di teatro canzone da non perdere assolutamente. E’ dedicato a una delle figure di spicco del panorama culturale italiano del Novecento, la scrittrice e traduttrice Fernanda Pivano, scomparsa il 18 agosto 2009. Ripercorre le tappe di un’avventura lunga quasi un secolo attraverso i “Diari 1917-1973”, opera pubblicata da Bompiani, e i racconti originali che la Pivano ha fatto a Casale negli anni della loro frequentazione.

“La canzone di Nanda – precisa l’attore, nato a Treviso nel 1971 – parte dall’idea di unire i tanti amici e i tanti amori artistici di Fernanda Pivano attraverso una drammaturgia che contenga non solo i riferimenti ai grandi poeti, scrittori, artisti, ma anche le canzoni più rappresentative di un’epoca, che segnano anche i tempi della narrazione scenica. Questo lavoro nasce perché credo che la lezione libertaria e pacifista della Pivano, vera selezionatrice di momenti eccellenti in letteratura e nell’arte in generale, sia quanto mai urgente oggi”. In scena, Casale canta perciò Bob Dylan mentre scorrono immagini (a cura di Lucio Diana) dell’America che sorpresa e risvegliata conosce l’anarchia pacifica dei beat e poi le rivolte culturali degli anni 60. Racconta dei reading di Allen Ginsberg e Gregory Corso, il silenzio di Jack Kerouac, il delirio lucido di William Burroughs.

Parla di Fabrizio De André, che Nanda definiva “il più grande poeta italiano del Novecento”, di Woody Guthrie e Luigi Tenco e Jacques Brel. Casale, che ha un passato di musicista rock, interpreta inoltre canzoni proprie, in uno stile che deve molto a quello di Giorgio Gaber. Fra i tanti momenti intensi, forse quello letterariamente più alto è la lettura-interpretazione di “Howl” (L’urlo) di Allen Ginsberg: “Ho visto le migliori menti della mia generazione distrutte dalla pazzia, affamate, isteriche, nude“. C’è ovviamente Ernst Hemingway, ma anche il quasi dimenticato William Saroyan che  narrava l’America ‘ingenua’. Di Hemingway in particolare Casale si sofferma su “A clean well lighted place” (Un posto pulito, ben illuminato), un racconto che ha a che fare con il prendersi cura degli altri e dei luoghi che gli altri frequentano. Lo spettacolo va in scena sabato 15 gennaio (alle 21) e domenica 16 (alle 16 e alle 21). Biglietti d’ingresso da 18/12/6 euro. Informazioni allo 039-2027002.
Modesto Panizza