Desio, parla Stefano Arrighetti«I miei T-Red demonizzati»

«Sono stato un capro espiatorio». La corte di Cassazione ha chiesto il dissequestro dei T-red, i cosiddetti “semafori intelligenti”, e il loro inventore, l'ingegner Stefano Arrighetti sbotta: «I miei apparecchi sono stati demonizzati».
Desio, parla Stefano Arrighetti«I miei T-Red demonizzati»

Desio/Seregno – “Sono stato un capro espiatorio”. Alla luce delle ultime novità sull’inchiesta dei T-red, i cosiddetti “semafori intelligenti”, il loro inventore, l’ingegner Stefano Arrighetti è convinto: “Gli apparecchi sono stati demonizzati. Era molto più facile convincersi che ci fosse un vizio di omologazione invece che andare a scoprire le responsabilità vere”.

Arrighetti, 48 anni, è amministratore unico della ditta Kria, con sede al Polo Tecnologico di Desio. Nel gennaio 2009 ha trascorso una ventina di giorni agli arresti domiciliari, accusato di frode, nell’ambito dell’inchiesta per le “multe pazze” agli automobilisti intercettati dai T-red (apparecchi che rilevano chi passa col rosso) ai semafori di una quarantina di città. Ora la Cassazione ha accolto il ricorso del sindaco di Fiesole, che ha chiesto il dissequestro di questi semafori. Secondo i giudici, non c’è stata nessuna frode.

Secondo l’inchiesta, le multe scattavano per un difetto della scheda installata sul semaforo. Arrighetti, titolare della società produttrice, era accusato di non averla sottoposta a controllo ministeriale, per l’omologazione. “La procura di Verona ha sostenuto che non avessimo proposto di proposito al ministero questo elemento, per accelerare l’omologazione. Ma non è così”.

Secondo la Suprema Corte non c’era invece bisogno di sottoporre la scheda al controllo. “Purtroppo, sono rimasto coinvolto per 2 anni. C’è un lungo elenco di indagati. Ma è stato puntato il dito solo verso di me”. Lo “scandalo” del semaforo intelligente ha provocato un grave danno alla Kria e al suo amministratore. “Io ho cercato di reagire, proponendomi sul mercato estero, con altri prodotti. Ma ci sono persone che hanno sofferto molto. Mio padre è mancato, colpito da attacchi di ischemia, legati anche allo stress nel vedere il figlio infangato in modo ingiusto”.

Arrighetti sta pensando di agire per vie giudiziarie. “Penso di dover prendere provvedimenti”. Intanto, la Procura di Milano ha chiesto il rinvio a giudizio per 33 persone, tra sindaci, comandanti di polizia locale e funzionari di diversi comuni italiani, accusati di aver pilotato le gare d’appalto per i T-Red. La Kria non è coinvolta: “Noi non abbiamo mai avuto contatti diretti con le amministrazioni pubbliche. I nostri dispositivi li abbiamo venduti a istituti di leasing”. Arrighetti è ancora più convinto della sua tesi: “Pensavano di trovare chissà quale arcano nei nostri confronti, forse per saltare agli onori della cronaca per aver fatto cancellare migliaia di multe. Tutto il resto è passato in secondo piano”.
P.F.