Smog, aria di Monza irrespirabileVigili-cavia per controllare il Pm 10

Smog, aria di Monza irrespirabileVigili-cavia per controllare il Pm 10

Monza – Nello zaino sulle spalle hanno una mini centralina mobile per il rilevamento delle polveri sottili dell’aria. Così diciassette vigili urbani di Monza stanno raccogliendo i dati sulla qualità dell’aria, sulla percentuale di polveri sottili e sugli effetti che tali polveri hanno sul loro apparato respiratorio. Il progetto di ricerca nasce dalla collaborazione tra il comune di Monza e la clinica Pneumologica dell’Università Bicocca, diretta da Alberto Pesci, con il finanziamento della Fondazione Cariplo. La prima parte del progetto è iniziato già nel mese di gennaio dello scorso anno quando i valori delle polveri sottili era molto alto ed è proseguito con una fase estiva tra agosto e settembre, quando l’inquinamento dell’aria è più basso.

“Abbiamo selezionato 17 vigili urbani non fumatori- spiega Pesci- che sono stati monitorati dopo 15 giorni di lavoro nel traffico veicolare. Nello stesso periodo abbiamo sottoposto a test anche un gruppo di lavoratori del san Gerardo che svolgono mansioni in ufficio, lontano dunque dal traffico veicolare”. I due gruppi di lavoratori sono stati sottoposti ad un questionario per la raccolta dei sintomi respiratori, ad una spirometria ed alla raccolta del condensato dell’aria espirata che permette di valutare in tempo reale la situazione del microambiente polmonare.

“Attraverso lo studio del condensato dell’aria respirata- prosegue Pesci- è stato dosato l’ 8-isoprostano, marker fedele dello stress ossidativo, ovvero il principale fattore di danno sulle strutture respiratorie”. I risultati, presentati al Congresso Europeo di Pneumologia, dimostrano che i valori di 8-isoprostano dei vigili urbani sono più alti nei mesi invernali rispetto a quelli estivi. A sopresa però non si è verificata differenza tra i valori dei Vigili rispetto a quelli dei lavoratori del San Gerardo.

“I nostri dati –conclude Pesci- dimostrano che l’esposizione ambientale prolungata a Pm 10-2.5 crea stress ossidativo nelle vie aeree indipendentemente dall’esposizione diretta al traffico veicolare. Siamo tutti immersi in un mare di lacrime e l’inquinamento è ovunque”. Ora lo studio prosegue con una seconda fase più mirata: ogni vigile urbano è stato dotato di una centralina portatile che permetterà di raffrontare i dati raccolti durante l’attività lavorativa con quelli delle ore trascorse in casa. I soggetti coinvolti nello studio saranno monitorati negli anni per valutare l’eventuale insorgenza di disturbi respiratori e correlarli con i valori iniziali di 8-isoprostano e di altri biomarkers. Le informazioni così ottenute serviranno a raccomandare limiti di esposizione o linee guida per la qualità dell’aria che proteggano la funzione respiratoria dagli effetti nocivi degli inquinanti ambientali.
Rosella Redaelli