Eugenio Corti ”letto” da Soffiantini

Eugenio Corti ”letto” da Soffiantini

Monza – Una serata per fare “parlare” Eugenio Corti. Parlare di sé, della sua vita, delle cose e delle persone che l’hanno riempita. Del significato dato alla vita ed alla morte, alla gioia ed al dolore. L’occasione un omaggio allo scrittore che ha raggiunto il traguardo dei novanta anni di età lo scorso 21 gennaio. Fatto curioso lo scrittore, uno dei maggiori studiosi della tragedia rappresentata dal comunismo nel secolo scorso è nato lo stesso giorno nel quale a Livorno veniva fondato il partito comunista italiano.

Ovviamente alla serata, voluta ed organizzata dal centro Culturale Talamoni e alla quale non ha partecipato Eugenio Corti che da tempo ha rinunciato ad impegni pubblici, è stata condotta da Paola Scaglione autrice di Parole scolpite. I giorni e l’opera di Eugenio Corti, biografia dialogata dello scrittore.
E proprio questa opera Paola Scaglione ha preso le mosse con Andrea Soffiantini lettore ed interprete delle parole che Corti ha nel tempo affidato ai testi pubblicati.

Alla biografia in primo luogo, soprattutto dove racconta di sé e del sorgere in lui della vocazione dello scrittore a partire dalla scoperta di Omero ai tempi del ginnasio al collegio Leone XIII. «Mi “decisi”, infatti, nei primissimi giorni del Ginnasio, quando frequentavo il San Carlo di Milano. e mi trovai per le mani l’Iliade». E poi l’altro snodo della sua vita: La notte di Natale del 1942 ad Arbusov e la promessa che se fosse sopravvissuto uno solo sarebbe stato motivo del suo agire «operare perché adveniat Regnum Tuum».
Soffiantini legge questi brani seduto ad un tavolo da giardino. Come stesse rispondendo alle domanda che la conduttrice sta ponendo. Presumibilmente la biografia dialogata è nata in una situazione simile nella casa antica di Besana. Per i brani delle opere l’attore si alza e si pone davanti al leggio. Principalmente brani da Il Cavallo Rosso. L’incipit con Ferrante e Stefano che mietono. Sembra una sera come tante di fine maggio ma la guerra incombe. E con la guerra il dolore il dramma della morte di figli ed amici. Il ritorno dalla guerra e la vita che riprende spazio. La ripresa di rapporti normali, l’amore ed il costituirsi di nuove famiglie. Brani brevi agili, scelti con cura e letti con professionalità. Fino alla pagina finale de “Il cavallo rosso” che non può essere banalizzata nel raccontarla.

Un pubblico attento ha seguito tutta la rappresentazione, che ha reso lo spirito di uno scrittore che è molto conosciuto ed amato dai suoi lettori malgrado la cortina di silenzio che attorno a lui è stata creato dalla cultura dominante. E da un mese la candidatura al Nobel per la letteratura.
Gigi Brioschi