Intervista a tutto campo a Duevi

Intervista a tutto campo a Duevi

Monza – E’ arrivato a Milano nel novembre del 2002 dove ha incontrato Saul Beretta, direttore artistico di Musicamorfosi. Arsene Duevi lo sciamano togolese protagonista sabato de “Il mio occhio ti ha visto” è
bassista, chitarrista, direttore di coro e cantante. Ma è anche etnomusicologo: in Africa Occidentale ha condotto una minuziosa ricerca sui ritmi e canti locali ed è stato direttore del coro della Cattedrale di Lomé.
Lo abbiamo incontrato per scoprire qualcosa di più del suo originale progetto che “fa cantare anche le pietre” e porterà sul palco del Villoresi i Supercori.

Africa e Lombardia (ma non solo) si incontrano in “luogo oltre” quello dell’anima…cosa vorresti che trasmettesse lo spettacolo al pubblico?

“Vorrei che arrivasse al cuore di tutti il calore di Madre Africa. Il dolce e profondo richiamo della nostra Madre. Sara un’occasione per fermarsi un attimo e immergere la propria anima nell’energia sana fonte di guarigione, della donna nera culla dell’Umanità. Lei grida l’amore con la sua  voce soave e tenera.
E’ un viaggio, un tuffo nelle nostre “radici”, un ritorno a casa, la mia, certo, ma anche più in generale quella dell’umanità. C’è Africa e c’è anche Italia, canterò alcuni brani in italiano, tra cui dei pezzi poco conosciuti di Fabrizio De Andrè e la canzone di Ivano Fossati de “Il Disertore” di Boris Vian in una insolita versione italo-togolese.”

Quando hai iniziato con il progetto dei Cori, era questo quello che ti immaginavi?
“Ho lavorato e tuttora lavoro insieme a tante belle persone. Tante cose sono state una vera e propria scoperta. Ho sempre pensato di me che dovessi contaminare con l’amore per la terra e i suoi ritmi, tutti, ovunque io andassi: sono arrivato in Italia, a Milano, a Cinisello, da qui parte tutto.
Da piccolo desideravo tanto vedere un vulcano. Nel corso degli anni, centinaia, migliaia di uomini donne e bambini con il sole negli occhi cantare ballare con il cuore rivolto verso l’Africa, è un’energia, uno stato interiore.
Devo confessarti una cosa molto mia, un vero e proprio segreto: ogni volta che arriva un nuovo corista nei miei cori io vedo il volto della Madre Africa sempre più sorridente.”

E nel futuro cosa c’è?
“Nel futuro proseguiremo il viaggio. Porteremmo e spargeremmo il fuoco sacro dell’energia non solo in Italia ma anche fuori, in Europa. Poi andremo anche in Africa. Vedo anche una orda, pacifica di musicisti nel cammino, adesso ci sono Giovanni Falzone, Alberto Ferrari, Roberto Zanisi, Papi Moreno, Gennaro Scarpato e il mio amico togolese Tetè Da Silveira, domani vedremo…con Saul (Beretta, direttore artistico di Musicamorfosi n.d.r.) stiamo già lavorando a un nuovo progetto e da poco ho un nuovo amico e estimatore: Mario Brunello, ad agosto suoneremo sulle Dolomiti a oltre 2.000 metri…”
Giusy Taglia