Giussano, genio della truffaarrestato travestito da prete

È stato arrestato in flagranza, travestito da prete dopo aver commesso l'ennesima truffa, ma il suo curriculum è sterminato. Angelo Salvioni, 60 anni, giussanese, è stato definito dagli investigatori torinesi il “Maradona delle truffe”.
Giussano, genio della truffaarrestato travestito da prete

Giussano – È stato arrestato in flagranza, travestito da prete dopo aver commesso l’ennesima truffa, ma il suo curriculum è così lungo che ne parlò all’inizio degli anni ’90 anche Antonio Lubrano in una nota trasmissione televisiva. Angelo Salvioni, 60 anni, giussanese con cambi di residenza successivi, fra cui Seregno e ora Reggio Emilia, è stato definito dagli investigatori torinesi il “Maradona delle truffe”. Ed era travestito da sacerdote quando gli uomini della Polizia di Stato lo hanno arrestato martedì scorso per le strade di San Salvario a Torino, quartiere che da settimane era diventato il suo terreno di caccia preferito. A smascherare il “genio della truffa” ci ha pensato un fruttivendolo del mercato di corso Raffaello, che non si è lasciato incantare dal fare gentile e dalle immaginette sacre con cui il falso sacerdote convinceva le persone a lasciare un’offerta e ha prontamente chiamato il 113. Dopo avergli dato 10 euro per la benedizione del negozio, infatti, il commerciante ha chiamato la locale parrocchia, che non sapeva nulla. L’uomo ha allora seguito Salvioni da un panettiere vicino e, dopo averlo fatto tornare con una scusa nel negozio, ha chiamato la Polizia. Oltre ai paramenti sacri, gli uomini dellaSquadra mobile gli hanno sequestrato una borsa con volantini religiosi, contratti per comparse cinematografiche e diversi pass di note testate giornalistiche televisive (nella foto). Salvioni è considerato un vero e proprio genio della truffa. La prima volta venne arrestato nel 1994. Venne fermato, sempre a Torino, alla stazione ferroviaria di Portanuova. Aveva, in una borsa in pelle, una lunga serie di documenti falsificati intestati a vari ministeri (Giustizia, Spettacolo, Finanze), il copione di un film, dossier con fotografie di aspiranti attori, un telefonino cellulare giocattolo, bollettari e moduli di vaglia postali per il pagamento del canone Rai. La riscossione a domicilio del canone per l’abbonamento tv era uno dei suoi cavalli di battaglia: si presentava nelle case per riscuotere la tassa, con finto bollettario, tesserini e timbri.
Federica Vernò