Verità della coscienza morale:giovedì Possenti al Manzoni

Il filosofo Possenti sul nuovo papa«La chiesa non cessa di stupire»

Monza – «Verità della coscienza, delitto e castigo». Questo il tema della conferenza che il filosofo Vittorio Possenti, monzese, 73 anni, svolgerà giovedì 3 marzo, alle 21, al teatro Manzoni, per la rassegna provinciale Abitatori del tempo. Per avere qualche anticipazione lo abbiamo intervistato.

Professore, giovedì parlerà di coscienza, , ma che cosa intende con questo termine?
Vi sono molti modi di avvicinarsi alla coscienza, una realtà che nella filosofia moderna ha avuto molta considerazione, si pensi alla fenomenologia, all’idealismo di Hegel. Oppure alla coscienza alienata di Marx. Io parlerò di coscienza morale, come il testimone più alto dell’espressione umana. Si tratta di una voce interiore che ogni uomo, a qualunque epoca appartiene e a qualunque latitudine si trovi, sente. È quella voce che spinge verso il bene e fa sentire il dolore per il male compiuto».

A quali testi farà riferimento?
Farò rifermenti a testi di letteratura e a testi contemporanei. Nei Promessi sposi tratterò del dialogo che l’Innominato ebbe con Lucia, e poi con il cardinale Federico Borromeo. Parlerò anche di Raskolnikov, il protagonista di Delitto e castigo di Dostoevskij. Il giovane, autore di un omicidio – ha ammazzato un’usuraia – intraprende un cammino di resurrezione grazie a Sonia, importantissima figura. L’altro testo a cui attingerò si intitola ”In quelle tenebre”, della giornalista ungherese Sereny Gitta, (Adelphi, 1994, ndr). Si tratta del lungo colloquio che la donna ebbe con Franz Stangl, criminale nazista sotto processo in quanto comandante dei lager di sterminio di Treblinka e Sobibor. L’uomo fu condannato all’ergastolo nel 1970 dal tribunale di Dusseldorf, e morì l’anno successivo. In questo lungo colloquio -che fu di fatto l’ultimo della sua vita – Stangl si rende conto, prende coscienza, in qualche modo, del male computo. Da ultimo, ma non ultimo, parlerò dello scritto di Max Scheler, del 1921, ”Pentimento e rinascita”.

Si tratterà di un affondo sulla coscienza morale del singolo?

Certo, ed è importante avere alcuni punti di riferimento in questo periodo in cui si parla molto di morale. Io andrò alle origini, a quel ‘cuore’ che la tradizione ci tramanda e che corrisponde alla legge morale naturale. Il cristianesimo ha preso e trasformato ciò che già prima era ben noto ai tragici greci, agli stoici».

Un cittadino di Brembate Sopra, il paese dove è stata uccisa la giovane Yara, ha commentato a caldo al rinvenimento del corpo straziato ‘Non so davvero se esiste la coscienza’. Lei come commenta il fatto e il dubbio?
In primo luogo dico che oggi non succedono più efferatezze di ieri. Oggi i media amplificano la notizia cruenta, ma si sa, fa più rumore un albero che cade che una foresta che cresce. Vediamo più lo spettacolo del male che quello del bene. Il male ci assale e ci fa reagire, un segno appunto della coscienza morale. Ma, come dice il Vangelo, il grano e il loglio cresceranno sempre insieme. Solo alla fine ci sarà la distinzione. Nel merito: la voce della coscienza può essere offuscata e repressa, ma riemerge sempre, non può mai essere uccisa».
Antonello Sanvito

CHI E’ VITTORIO POSSENTI
Il monzese Vittorio Possenti, nato a Roma nel 1938, è professore ordinario titolare della cattedra di filosofia politica all’università di Venezia, presso la quale ha insegnato storia della filosofia morale. Dirige il Centro interdipartimentale di ricerca sui diritti umani (Cirdu). I suoi studi si sono indirizzati alla politica, la metafisica, l’etica. Autore di oltre 25 volumi, alcuni dei quali tradotti in varie lingue, dirige Seconda navigazione. Annuario di filosofia (Guerini, Milano), è redattore delle riviste Per la filosofia; La società; Sensus Communis; collabora ad alcuni quotidiani. E’ membro del Comitato nazionale di bioetica, della Pontificia Accademia delle Scienze Sociali e della Pontificia Accademia di san Tommaso d’Aquino.