Bambini e dislessiaL’incognita regionale

Hanno difficoltà di lettura, scrittura, calcolo. Fanno molta più fatica dei coetanei ad imparare e a capire il significato di un testo. Sono i bambini e ragazzi affetti da dislessia, un disturbo che colpisce in Italia il 3,6% della popolazione scolastica.
Bambini e dislessiaL’incognita regionale

Monza – Hanno difficoltà di lettura, scrittura, calcolo. Spesso invertono le lettere o i numeri sulle pagine dei quaderni, fanno molta più fatica dei coetanei ad imparare e a capire il significato di un testo scritto. Sono i bambini e ragazzi affetti da dislessia, un disturbo specifico dell’apprendimento (Dsa) che, secondo i dati, colpisce in Italia un milione e mezzo di persone, il 3,6% della popolazione scolastica. A loro, sabato mattina, è stato dedicato un convegno organizzato dalla Asl e dalla sezione di Monza e Brianza dell’Associazione Italiana Dislessia.

Al Binario 7 sono arrivati quasi trecento operatori da tutta Italia (medici, logopedisti, insegnanti) per parlare di dislessia a poche settimane dall’avvio di un anno scolastico importante per i bambini dislessici e le loro famiglie. Quest’anno è entrata in vigore la legge 170 che prevede una serie di strumenti per aiutare i dislessici ad affrontare il percorso scolastico senza mortificazioni. “La dislessia- ha spiegato Enrico Profumo, psicologo presso l’Uonpia del san Paolo di Milano e componente del comitato scientifico dell’associazione italiana dislessia- non è causata da un deficit di intelligenza né da problemi ambientali o psicologici o da deficit sensoriali o neurologici . In Italia colpisce il 3,6% della popolazione scolastica , in Inghilterra più del doppio proprio a causa dell’ortografia della lingua”.

I dati forniti da Regione Lombardia registrano invece una percentuale molto più bassa, pari al 1,7%. “E’ un dato preoccupante -ha commentato Profumo- perché significa che c’è un 2% di sommerso, bambini e ragazzi a cui non viene fatta una corretta diagnosi e che non potranno beneficiare degli strumenti previsti dalla legge”. I primi campanelli d’allarme potrebbero scattare già a livello di scuola materna davanti ad un bambino che non articola bene le parole, ma è nei primi anni della scuola primaria che gli insegnanti dovrebbero accorgersi se qualcosa non va e indicare alle famiglie cosa fare. ” Se la diagnosi è precoce- conclude Profumo- si possono ottenere risultati importanti, molto più difficile nel caso di un ragazzo già adolescente che ha già vissuto anni di insuccesso scolastico e spesso rifiuta gli strumenti compensativi”.

A Monza e in Brianza l’associazione è nata un anno fa con 100 famiglie iscritte e ora conta già 460 soci: “Le richieste aumentano quotidianamente- spiega la presidente Clara Siri- purtroppo in Italia c’è ancora una grande arretratezza culturale e si perde anche un anno e mezzo prima di arrivare ad una diagnosi di dislessia”. L’associazione offre consulenza alle famiglie tutti i secondi sabato del mese presso la biblioteca di Vimercate dalle 10 alle 12 e il quarto lunedì di ogni mese a Monza, dalle 18 alle 20 alla residenza Sant’Andrea di via Crescitelli (info: 333/5375990 monzabrianza@dislessia.it).
Rosella Redaelli