Io sto nel mucchio. È il passaparola di questi giorni tra artisti e appassionati di musica. Obiettivo: salvare il Mucchio Selvaggio. La rivista musicale (ma anche di cinema e libri) fondata nel 1977 rischia di non superare il 2012. La causa è economica e la spiega il direttore Daniela Federico in un comunicato sul sito ufficiale: «Il motivo peggiore per cui una rivista chiude, ed è quello che sta accadendo al Mucchio, è quando non ci sono più i soldi per farla. I tagli retroattivi del 15 percento ai contributi statali per l’editoria e quelli del 50 percento decisi per l’anno a venire ci fanno temere il peggio. Dobbiamo muoverci per farne a meno e dobbiamo farlo subito».

È per questo che è partita una campagna di sostegno attraverso gli abbonamenti. Hanno già detto sì al Mucchio Afterhours e Subsonica, Mauro Ermanno Giovanardi e Cristina Donà, Marlene Kuntz, Roberto Angelini, emittenti radiofoniche e tanti lettori. Il traguardo da raggiungere sono i 2000 abbonamenti entro la fine di gennaio (aggiornamento: 620 al 10 gennaio). Per ripartire di slancio da marzo, col piano per l’anno nuovo che prevede l’impegno anche su web e tablet.
È la nuova sfida della testata dopo l’addio con polemiche del direttore Max Stefani, fondatore e al comando per un trentennio, nel maggio 2011 (e ora al lavoro su una nuova rivista).

«Non si tratta di vendere più copie – scrive ancora Federico – ma di poter contare su un’entrata immediata che permetta di affrontare la crisi». Per questo il doppio numero di fine anno con grafica rinnovata resterà nelle edicole fino a metà febbraio («è diventato un numero di emergenza»). E l’invito ai lettori è di sottoscrivere un abbonamento e invitare gli amici a farlo.

Le modalità sono quattro e vanno dai 25 euro per undici numeri in formato pdf ai 100 euro per diventare sostenitori e avere diritto a undici numeri, due extra, due cd esclusivi e una t-shirt. Tutte le info su www.ilmucchio.it.
Chiara Pederzoli