Arte, la primaveraè contemporanea

Tre collettive per tre gallerie d'arte di Monza per inaugurare una primavera contemporanea. Sono le proposte di MarcoRossi, Cart e Leo galleries, per altrettanti sguardi sull'arte. Tra Valerio Berruti e Shirin Neshat, Luca Caccioni e Giorgia Vian, Nicola Magrin e Alberto Gianfreda.
Arte, la primaveraè contemporanea

Monza – Una collettiva per MarcoRossi che importa a Monza un po’ di Arte fiera 2012 di Bologna. Una collettiva tematica per Cart che rilegge cinque decenni di espressioni artistiche legate al volto. Una collettiva (e un lavoro extra muros) per Leo galleries che ha selezionato per questi settimane i lavori di alcuni degli autori rappresentati. La primavera artistica di Monza si apre nelle gallerie private con uno spaccato deciso del mondo dell’arte contemporanea.

Maschere e volti – Il primo appuntamento è quello con Cart, in via Sirtori 7, che venerdì sera, alle 18.30 aprirà la mostra intitolata “Il volto e la maschera”, una selezione di lavori datati non più di cinquant’anni e spesso declinazione di ricerca fotografica, che hanno come minimo comune denominatore «l’uso del volto umano come strumento ed espediente per esprimere stati d’animo differenti quali disagio, angosce, moti di protesta, ossessioni, gioco, realtà sociali» scrive Giorgio Viganò, curatore della collettiva e contitolare dello spazio con Calogero Ninotta. «Ecco allora il volto effigiato e negato nelle più differenti forme e declinazioni – aggiunge-: mascherato, annullato, oscurato, cancellato, dipinto, truccato, trasfigurato, replicato, reiterato, manipolato».
Come quello ormai iconico di Shirin Neshat, l’artista iraniana, o come quello dei lavori di Giorgia Vian, che ricostruisce sulla superficie fotografica quelle simmetrie perfette dei visi che la natura, in realtà, non conosce. E poi Laurie Simmons, Urs Luthi, Arnulf Rainer, Nan Goldin e Candice Breitz, oppure Stefano Arienti e Ugo Rondinone, Agne Raceviciute, Carlo Spiga e infine il cinese Mi Yan Peng. Dodici nomi per altrettanti approcci al ritratto, o meglio alla rappresentazione del volto, all’interno di un mondo in cui l’immagine, scrive ancora Giorgio Viganò, «è stata collocata al centro della comunicazione e dell’esperienza quotidiana, e la società è divenuta una comunità basata sull’immagine».

Le collisoni – Nessun tema ma un’occasione è invece la declinazione della collettiva di artisti che arriva sabato alla MarcoRossi di via Vittorio Emanuele 44, dal 17 marzo (inaugurazione alle 18.30) e fino al 21 di aprile: si tratta dei lavori presentati dalla galleria alla fiera d’arte di Bologna, la più importante del panorama nazionale, con una selezione di autori di primo piano. Si intitola “Collisioni” ed è un tentativo di «rinnovare il dialogo tra gli artisti in base a una relazione dialettica che privilegia il confronto linguistico ed evidenzia il ruolo propulsivo di singole personalità».
A partire da quella di Valerio Berruti, uno dei talenti più esplosivi e incalzanti degli ultimi anni, passando per Franco Guerzoni, protagonista di una personale proprio un anno fa a Monza in via Vittorio Emanuele, poco prima di partecipare alla Biennale di Venezia. E ancora Arcangelo, Luca Caccioni, Mirco Marchelli e fino a Medhat Shafik e Santiago Ydanez. Di Berruti sarà peraltro presente l’animazione video realizzata con musiche di Yamamoto, che ha debuttato alla mostra Kizuna a Tokyo, nonché i disegni che la compongono, raffiguranti sempre le già classiche bambine dell’artista delle Langhe, mentre per lo spagnolo andaluso Ydanez i lavori fotografici con interventi pittorici basati sui volti di opere d’arte storiche. Saranno loro i rappresentanti del mondo figurativo in una mostra che poi lascia campo aperto all’astratto e al concettuale: i mosaici di Guerzoni, per esempio, o gli acetati di Caccioni e la ricerca di Marchelli.

Dentro e fuori la città – Un piccolo spaccato degli artisti della Leo galleries è invece l’allestimento presente in questi giorni nella galleria di via De Gradi, con i lavori recenti di Marco Grassi, le incisioni di Nadia Galbiati, gli acquerelli di Nicola Magrin, oltre ad alcune opere di Arturo Vermi. Ma è per una volta fuori casa che gioca la galleria, allestendo da sabato a Vimercate, in collaborazione con l’associazione Heart (via Trezzo angolo Manin), “Scultura, paesaggio, architettura”, personale dello scultore Alberto Gianfreda che presenta alcuni lavori degli ultimi anni e una serie di opere recenti che dimostrano una nuova piega della sua ricerca sui materiali.
Dopo le “Frequenze” del 2010, mostra allestita a Monza in via De Gradi, Gianfreda raccoglie a Vimercate nove sculture anche monumentali in cui la rigidità, scrive Simona Bartolena nella presentazione, «cede il passo a forme più flessuose, meno statiche, che trovano nella dinamicità e nella cedevolezza dei materiali la propria forza espressiva». Sculture che trovano proprio nell’ampiezza dello spazio di Vimercate un teatro rappresentativo ideale.
Massimiliano Rossin