Il figlio non paga da mesi il trenoRipulirà dai graffiti le carrozze

Ha fatto un po' come il Trota: intascava i soldi che gli passava papà per farsi i comodi propri. Dopo mesi di bugie, un controllore solerte ha fatto cadere la maschera sulla piccola truffa organizzata da un sedicenne residente nella provincia di Monza e Brianza.
Pendolari Trenord, niente accordo«Non appoggiamo lotta dell’Orsa»

Monza – Ha fatto un po’ come il Trota: intascava i soldi che gli passava papà per farsi i comodi propri. Dopo mesi di bugie, un controllore solerte ha fatto cadere la maschera sulla piccola truffa organizzata da un sedicenne residente nella provincia di Monza e Brianza. Il ragazzino, per mesi, ha intascato la somma che il genitore gli passava per acquistare l’abbonamento del treno, spendendola come meglio credeva. Visti i convogli sempre pieni al mattino, andando a scuola a Milano, ha fatto il classico ”due più due uguale quattro”: «Qui il controllore non riesce a passare, se non pago il biglietto non mi beccherà mai». E così ha fatto, per mesi.

Fine dei giochi – Però il controllore, alla fine, è passato e l’ha beccato. Immediata la contravvenzione che il ragazzino sperava anche di non pagare. Ma Trenord si è dimostrata più furba e ha spedito a casa del ragazzino il verbale e la contravvenzione da 251 euro. Apriti cielo. Devono essere stati momenti di vero terrore per il giovane brianzolo se si pensa che il padre, non contento della ramanzina tra le mure domestiche, ha deciso di trasformare lo sbaglio in una dura lezione che inchiodasse il figlio alle proprie responsabilità anche davanti alla collettività.

La lettera – Perciò ha preso carta e penna e scrive all’amministratore delegato di Trenord, Giuseppe Biesuz: «Esprimo il mio rammarico in quanto, come famiglia, abbiamo sempre cercato di trasmettere ai nostri figli i valori delle regole del vivere civile: mi scuso per quanto accaduto, confermandovi di aver richiamato e punito mio figlio affinché ciò non si ripeta più». E dopo le scuse, una proposta: «Chiedo che la sanzione pecuniaria possa essere ridotta al minimo (ad esempio, il corrispettivo del biglietto pagato a bordo treno?) e trasformando la differenze a vostro credito in ore di lavoro gratuite da far svolgere a mio figlio (per esempio pulizie/riordino locali/carrozze), consentendomi di ridurre così un esborso economico impegnativo ed al contempo di impartire un’utile lezione educativa al trasgressore».

Lavoro forzato – L’idea è piaciuta a Trenord. Talmente tanto che è già stato pianificato un progetto: «A giugno, quando la scuola sarà terminata – spiega l’ad Biesuz – il baby trasgressore salderà la sanzione lavorando per una settimana nelle nostre officine di Milano-Fiorenza. Ripulirà le carrozze dai graffiti, con detergente e spazzoli, gomito a gomito con gli operai del primo turno».
Davide Perego