Aveva detto che avrebbe aspettato il confronto con la direzione del Partito democratico prima di prendere una decisione sul voto di fiducia al governo Letta. Lunedì mattina, dopo l’assemblea del Pd, Pippo Civati ha sciolto la riserva e ha fatto sapere che non parteciperà. «Non c’è leggerezza nella mia scelta – ha spiegato all’Ansa – per mille motivi era consigliabile dare un sì critico, come molti altri». Ma ha aggiunto: «Siamo andati troppo in là».

Tra i 293 deputati democratici alla Camera, solo Civati uscirà dall’aula. La “sua personalissima posizione” è stata spiegata, come abitudine, in un post su www.ciwati.it: «Ho preferito il dissenso all’ipocrisia e ho gentilmente respinto i richiami all’ordine, perché l’ordine si rispetta solo se in precedenza c’è stata la possibilità di esprimersi, di discutere e di votare sulla base di un’attenta valutazione del parere di ciascuno. Votare tipo «prendere o lasciare» non fa (o non dovrebbe fare) parte della cultura del Pd». Leggi tutto il post.

Domenica era stato diffuso un documento secondo cui i “dissidenti” del partito, Civati compreso, avevano raggiunto un’intesa sulla fiducia. Il monzese aveva smentito con un post sul suo blog (leggi).

Guarda la diretta del voto di fiducia alla Camera dei deputati.