Trattativa esuberi al Banco Desio Primi mugugni dei sindacati

Il prossimo appuntamento è in calendario nel pomeriggio di mercoledì 22 maggio. Allora, la trattativa sui 100 esuberi al Banco Desio entrerà probabilmente nel vivo. Intanto, le proposte avanzate dall’istituto di credito hanno innescato qualche reazione negativa tra le organizzazioni sindacali.
La sede centrale del Banco Desio, dove sono previsti cinquanta esuberi.
La sede centrale del Banco Desio, dove sono previsti cinquanta esuberi.

Il prossimo appuntamento è in calendario nel pomeriggio di mercoledì 22 maggio. Allora, la trattativa sui 100 esuberi al Banco Desio entrerà probabilmente nel vivo. Intanto, le proposte avanzate dall’istituto di credito hanno innescato qualche reazione negativa tra le organizzazioni sindacali. Che, hanno appunto illustrato questi provvedimenti ai lavoratori riuniti in assemblea a Desio e a Torino. L’azienda ha confermato i numeri contenuti nel piano industriale: i 100 esuberi sono distribuiti tra la sede centrale (50), la rete (45) e il Banco Desio Lazio (5). Si punta ai prepensionamenti come «antidoto». L’azienda propone un ricorso volontario al fondo esuberi del settore bancario: l’incentivazione per tutti è pari al 15% della retribuzione annua lorda di base. Per chi utilizza il fondo per più di un anno, c’è un incremento dello 0.75% della retribuzione annua lorda al mese, fino al raggiungimento massimo di un terzo della stessa retribuzione annua lorda. Le altre proposte prevedono anche l’utilizzo di tutte le ferie e l’impossibilità di monetizzare le festività soppresse. C’è anche un capitolo dedicato agli interventi sul comparto assistenza e previdenza. Ed è soprattutto qui che i sindacati non sono d’accordo. La società, per esempio, vorrebbe limitare al 3% per tutti il versamento per la previdenza integrativa. E intenderebbe non rinnovare le polizze extraprofessionali. «Per quanto riguarda il welfare – commenta Marino Perrotta, segretario organizzativo Fiba Cisl Monza Brianza Lecco -, le proposte dell’azienda non ci appaiono sufficienti e soddisfacenti». «Il ricorso ai prepensionamenti in questo contesto – precisa Corrado Villa, segretario generale Fabi Brianza – è corretto. Ma non è accettabile che si risparmi sulla previdenza integrativa».