«Amianto killer a Paderno, la mia battaglia per papà»

Nasce un mese prima della morte del papà, Vladimiro, l’impegno di Lorena Tacco contro l’amianto che provoca ogni anno in Italia circa 3mila morti, con una stima al ribasso, in attesa del picco tra il 2015 e il 2020. Vladimiro Tacco era custode di uno stabilimento di Paderno:
Lorena Tacco
Lorena Tacco

Le parole che ormai non escono più, perché la malattia sta pian piano prendendo il sopravvento, ma, anche con l’aiuto dei gesti, un messaggio chiaro: «Scrivete, fate sapere». Nasce da qui, un mese prima della morte del papà, Vladimiro, l’impegno di Lorena Tacco contro l’amianto che provoca ogni anno in Italia circa 3mila morti, con una stima al ribasso, in attesa del picco tra il 2015 e il 2020. Vladimiro Tacco era custode di uno stabilimento di Paderno: tra i suoi incarichi vi erano anche le pulizie delle grondaie dal fogliame e piccoli interventi manutentivi. «Ma basta solo una piccola fibra- sono le parole dell’attuale referente della sezione cittadina dell’associazione italiana esposti amianto- ma allora non lo sapevamo».

E’ per cercare uno spiraglio di speranza, una cura sperimentale che potesse dare un futuro, che Lorena Tacco si rivolge all’Aiea, una volta confermata la diagnosi di patologia asbesto correlata. Ma una terapia in cui riporre la propria fiducia non c’è. Tanto che il papà, impegnato nel sociale e amante del canto, tanto da fare parte del coro dell’Accademia Villa Lobos, scompare a 76 anni. «In Aiea mi hanno accolto e supportato il segretario Fulvio Aurora, ma anche Emilio Pampaluna e Oscar Misin, operaio della centrale di Turbigo: oggi lui non c’è più, l’amianto se l’è portato via. E’ da questo incontro che nel 2007 l’Aiea inaugura la sua sezione padernese». Alla base una richiesta semplice: il rispetto della normativa, che sia il Pral, il piano regionale lombardo, o il Piano nazionale amianto per la bonifica, con la consapevolezza della necessità di una volontà politica, ai piani alti, per gli stanziamenti. Alle amministrazioni locali, invece, che non hanno la possibilità di stanziamenti ingenti, si chiede un censimento minuzioso, visto anche l’obbligo normativo di denunciare da parte del privato di manufatti in eternit, e la bonifica totale degli spazi pubblici. «L’impegno principale che noi familiari delle vittime dobbiamo onorare per fare in modo che le morti dei nostri cari non siano dimenticate e vane- ricorda Lorena Tacco, facendo riferimento all’articolo 41 della Costituzione- è quello di trasmettere la memoria di questi crimini indicibili affinché i giovani crescano e diventino cittadini consapevoli dei valori del rispetto anche di una sola vita umana, la quale non deve mai essere sacrificata in nome di un profitto». Ed è proprio da questa spinta naturale che è nato il progetto «Togliamocelo dalla testa e dai piedi», proposto in rete con l’amministrazione comunale che ha coinvolto anche l’istituto superiore Gadda nella creazione di un murales sul tema che sé stato presentato in occasione della Giornata mondiale delle vittime dell’amianto. «Non si fermerà qui- chiosa- il murales viaggerà per l’anniversario della strage del Vajont e per l’anno prossimo stiamo lavorando per un gemellaggio con Casale Monferrato».