Calcio, Pogliani batte in ritirata «Bello, ma il Seregno è in vendita»

Fulmine a ciel sereno: il presidente del Seregno, Eros Pogliani, abbandona la società azzurra. Di trattative per la cessione della società si vocifera da tempo, ma sembrano in dirittura d’arrivo.
Calcio, Eros Pogliani del Seregno
Calcio, Eros Pogliani del Seregno

Fulmine a ciel sereno: il presidente del Seregno, Eros Pogliani, abbandona la società azzurra.

La serata di gala accolta lunedì scorso dal teatro San Rocco ha riservato un intermezzo forse imprevisto, che ha fornito un’indicazione importante sul futuro della società. Prendendo la parola quando è stato chiamato sul palco, il presidente del 1913 Seregno Eros Pogliani non si è limitato a parlare dell’attualità, ma ha rivolto uno sguardo anche al domani.

«La presenza di personaggi così qualificati mi inorgoglisce -ha commentato-. Ho rivisto volentieri i presidenti del passato, con la consapevolezza di non essere stato alla loro altezza. Non so se ricoprirò ancora questo incarico nella prossima stagione, ma a Seregno resterò comunque legato».

Una conferma indiretta, quest’ultima, che le trattative per la cessione della società, di cui si vocifera da tempo e che sono fin qui finite in secondo piano rispetto al calendario agonistico, sono ormai in dirittura d’arrivo: a subentrare dovrebbe essere una cordata composta da imprenditori di origini meridionali, ma già conosciuti nella zona in ambito sportivo. Se l’indiscrezione trovasse una conferma nelle settimane a venire, ancora una volta gli appassionati dovrebbero ringraziare personaggi prima estranei al contesto seregnese, per aver garantito la sopravvivenza di una realtà calcistica all’altezza della tradizione. Una situazione già verificatasi con la precedente gestione, che vide protagonista in prima battuta il napoletano Giuseppe Rocco, e con l’attuale, che ha il suo punto di riferimento nel milanese Eros Pogliani: in entrambi i casi, la risposta dell’imprenditoria locale è stata circoscritta o quasi al solo Maurilio Paci, non per nulla inserito nel novero dei premianti, imitato in misura ridotta da Giuseppe Denova e Giorgio Villa. Un suggerimento importante per favorire il ritorno tra i professionisti è infine arrivato, nella stessa circostanza, da Paolo Barzaghi, a lungo presidente negli anni Settanta. Barzaghi ha indicato nello «stadio di proprietà» un presupposto essenziale per il salto di qualità, rammaricandosi perché, all’epoca della recente presidenza del figlio Giangi, non vi furono le condizioni per tradurre nel concreto questo sogno.