Non solo movida, autodromo nel mirinoCostruito nel 1922 in 110 giorni

La città sarà divisa in sei classi di livello acustico. Il piano di zonizzazione acustica, approvato dal Consiglio comunale, quantifica il livello di decibel consentiti nelle diverse zone della città. E non mancano le polemiche sulle deroghe che sono state concesse.

Questa volta non si tratta, però, delle zone della movida, spesso al centro delle proteste dei cittadini, ma dell’autodromo. Il Movimento 5 stelle, infatti, non concepisce la classificazione concessa all’Autodromo di Monza che gli permette alti livelli di decibel all’interno del parco e per questo protesta a voce alta.

Interesse privato

«Non si capisce perchè un ente pubblico continua a difendere un interesse privato: sentiamo sempre parlare del circuito e delle sue attività come un patrimonio per la città, ma l’unica cosa certa è che a fronte dei giorni di Formula Uno e di Superbike, uniche attività davvero in grado di riempire gli alberghi, abbiamo un’oasi naturale violata 365 giorni l’anno e in conseguenza di questo i cittadini sono costretti a sopportare elevate dosi di rumore» dichiara Gianmarco Novi.

Le polemiche del Moviemento 5 stelle trovano una sponda nei Comitati per il parco che da anni lottano per limitare l’attività dell’Autodromo: «Basta deroghe e stop a uno sfruttamento intensivo dell’Autodromo. Il Piano di zonizzazione acustico va bene ma se non vincola fino in fondo è uno strumento zoppo, inutile e all’interno dell’Autodromo in questi anni nessuno ha mai fatto nulla per quanto riguarda le barriere antirumore» ha dichiarato Bianca Montrasio, del Comitato per il parco.

Il piano di zonizzazione approvato dal Comune di Monza concede all’Autodromo la classe quinta, la penultima concessa dal piano, identificata come “area industriale” dove i livelli di decibel concessi sono più alti rispetto alle altre zone della città.

A livello normativo qui il rumore alto è consentito e motivato dalla «tutela dell’attività motoristica nel Parco».

Una diatriba antica che ripropone di conseguenza il problema della convivenza – non sempre pacifica – tra chi fruisce del parco a tutto tondo e chi invece è consapevole di quanta importanza abbia l’autodromo di Monza sia a livello prettamente sportivo sia a livello di impatto mediatico. E non a caso da tempo molte città cercano di «scippare« il gran premio di Formula 1, vero e proprio pezzo forte del calendario motoristico internazionale.

In ogni caso, il Comune con il piano di zonizzazione acustica fissa sei classi che vanno dalle “aree particolarmente protette” a quelle “esclusivamente industriali” e in questo modo fissa gli obiettivi di uno sviluppo sostenibile del territorio nel rispetto della compatibilità acustica delle diverse previsioni di destinazione d’uso dello stesso e nel contempo, individua le eventuali criticità e i necessari interventi di bonifica per sanare gli inquinamenti acustici esistenti. Le deroghe al piano di zonizzazione interesseranno anche le zone residenziali che ospitano locali notturni.

La movida

In queste zone, infatti, bisogna far convivere l’esigenza dei residenti al riposo (quindi una certa tutela dal punto di vista acustico) con quella dei giovani – ma anche meno giovani – di divertirsi e ritrovarsi. Un altro problema di quelli che si trascinano da tempo. Anche in consiglio comunale questo scontro è andato in scena durante la serata di approvazione del piano di zonizzazione e c’è da scommettere che le polemiche, in questo senso, non finiranno qui. n

L’Autodromo di Monza venne costruito nel 1922 (dopo mille perplessità delle autorità) nell’arco di soli 110 giorni sia per ospitare le gare che prestarsi alla sperimentazione nel campo automotociclistico.

Da allora salvo il periodo bellico ed alcune altre edizioni (Livorno 1937; Milano 1947; Torino 1948; Imola 1980) il Gran Premio d’Italia venne sempre disputato sulla pista stradale di Monza.

Prima dell’Autodromo di Monza nel mondo intero esistevano i circuiti di Brooklands (costruito nel 1907) e Indianapolis (costruito nel 1909).