Beppe Grillo ancora contro Civati Il monzese del Pd lo invita a cena

Beppe Grillo ancora contro Pippo Civati. Definito “maestrino dalla penna rossa” alla fine del mese di maggio, oggi l’onorevole brianzolo del Pd si è preso del “perfetto cane da riporto”. E ha risposto con un invito a cena.
Lo Tsunami tour di Beppe Grillo a Monza per la campagna elettorale del Movimento 5 Stelle
Lo Tsunami tour di Beppe Grillo a Monza per la campagna elettorale del Movimento 5 Stelle

Beppe Grillo ancora contro Pippo Civati. Definito “maestrino dalla penna rossa” alla fine del mese di maggio (leggi la notizia), martedì l’onorevole brianzolo del Pd si è preso del “perfetto cane da riporto”. Su www.beppegrillo.it il leader genovese del Movimento 5 Stelle è tornato ad attaccare il monzese in un post interamente dedicato a lui (e intitolato “Pippo non lo sa”). E all’incarico di “fare scouting” assegnatogli da Pierluigi Bersani. In cambio il comico potrebbe avere ottenuto un invito a cena.

«In principio fu lo scouting tra i parlamentari a 5 Stelle. Fallì – ha scritto Grillo – Poi Gargamella disse a Pippo Civati “Vai e torna con senatori e deputati pentastellati”. Lui andò. Parlò, affabulò, contattò, cenò. Pippo era l’uccello da richiamo perfetto. Al suo verso di pdimenoellino buono si aggiunsero altre voci. I trombati e i civati cantarono insieme. La voce squillante della Sonia Alfano in scadenza da europarlamentare, l’Ingroia di ritorno dai monti dopo il trionfo elettorale, filosofi e intellettuali della caratura di Flores D’Arcais, portasfiga d’annata. Pippo ormai passava più tempo con i parlamentari a 5 Stelle che con i suoi compagni di partito. Su questo va capito, non c’era scelta. Si immedesimò nella parte al punto da approvare all’istante, ma mai votare, tutte le proposte del M5S. Era uno di loro, ma anche uno di noi. Un perfetto cane da riporto».

E poi: «Pippo era l’uomo giusto, faccino da seminarista, occhi da cerbiatto, ciuffo da ragazzo progressista. Cene su cene, ammiccamenti, inviti, proposte a lume di candela. La vita extraparlamentare di Pippo era intensa. A capotavola parlava e parlava di vittorie della sinistra unita grazie a senatori del M5S che sposavano la “responsabilità” verso il Paese. Forse qualcuno ci ha creduto a questo novello Lucignolo che ha il compito di trasformare dei parlamentari in ciuchini nel Paese dei Balocchi del pdmenoelle in cui tutti diventano servi di Berlusconi».

In chiusura di post, Beppe Grillo lancia un sondaggio: “Civati vorrebbe essere come noi, ma è uno di loro. Per salvarlo da questa schizofrenia politica cosa offriresti a Bersani per portare Pippo nel M5S?”.

Pippo Civati intanto gli offrirebbe una cena. Nell’ormai collaudato scambio di battute telematico, a stretto giro di post su www.ciwati.it ha risposto: «Grillo parla ancora di cene a cui sarei stato con i suoi parlamentari, che non ci sono mai state. Per la verità, c’è stato un solo invito, la scorsa settimana, e non da parte di dissidenti del M5S, ma di esponenti del M5S che erano curiosi di conoscermi (adesso potete far partire le spie per capire chi erano), ma a cena non ci sono andato (ero già di ritorno a casa). Parla di scouting e di altre sciocchezze, quando sa benissimo che mi sono rivolto a lui mille volte per chiedere quale poteva essere il premier del governo del cambiamento, visto che Bersani non lo (li) convinceva. E ovviamente non diede alcuna risposta, come non la diede su altre cose. Il suo disegno era prendere il 100% la prossima volta. Auguri. E che non mi sono mai rivolto a una parte del M5S, ma al suo insieme, e non da oggi. Con scarsi risultati, dice Grillo, certo. Infatti al governo c’è Berlusconi. Complimenti. La verità è che non mi vuole male, e io non gliene voglio: solo penso stia perdendo un’occasione storica e continui a sbagliare. E con tutta la pubblicità che mi sta facendo, forse è venuto il momento che Grillo accetti il mio invito a cena. In modo che lo possa ringraziare, e anche digliene quattro. Un privilegio che milioni di italiani mi individierebbero».