La crisi soffoca anche il commercio Seregno, chiudono altri venti negozi

il tessuto commerciale di Seregno si è impoverito: a fine giugno erano attivi 708 attività commerciali, quasi 20 in meno rispetto alle 725 dell’anno scorso. Aumentano le saracinesche abbassate con appesi i cartelli «affittasi».
Uno dei tanti cartelli «Affittasi» che testimoniano la crisi del commercio.
Uno dei tanti cartelli «Affittasi» che testimoniano la crisi del commercio.

il tessuto commerciale di Seregno si è impoverito: a fine giugno erano attivi 708 attività commerciali, quasi 20 in meno rispetto alle 725 dell’anno scorso. Aumentano le saracinesche abbassate con appesi i cartelli «affittasi». Una città a vocazione commerciale, per tradizione consolidata, come Seregno, sta soffrendo la crisi. I vuoti cominciano ad essere tanti anche in centro città. Un’anomalia, se si vuole, perché non c’è traccia di così tanti negozi sfitti nel recente passato. Indubbiamente la crisi si fa sentire e, la mancanza di liquidità nelle tasche delle persone, è la causa principale, ma sullo stesso piano ad acuire lo stato di crisi dei commercianti c’è l’aggravio delle numerose tasse e il caro affitti che tuttavia – come si legge in un altro articolo – sta registrando un’inversione di tendenza. Un altro dei fattori che determina la chiusura dell’attività, magari dopo un solo anno dall’apertura, è l’improvvisazione. Meglio, la mancanza di esperienza e professionalità.

Non è facile come sembra

«In troppi oggi si rifugiano nel commercio sperando di risolvere i loro problemi occupazionali, esistenziale ed economici, invece, non è così- hanno commentato alcuni commercianti storici- Occorre avere alle spalle una scuola, dei modelli, ma soprattutto saper fare sacrifici, cosa che non è da tutti oggi. E i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Si aprono e si chiudono negozi come fossero scatole delle caramelle. Così facendo il commercio perde credibilità e serietà. Un’altra causa che ha pesato su questo continuo turn over delle botteghe è stata sicuramente la liberalizzazione delle licenze che ha permesso a tutti di avventurarsi nel mare del commercio». «Il peso dell’Imu che i proprietari degli immobili riverseranno sugli affittuari e fra qualche settimana la Tares,saranno un nuovo colpo per i commercianti- ha dichiarato l’assessore al commercio, Marco Formenti- L’aliquota della Tares verrà da noi deliberata entro fine mese, ma come amministrazione comunale abbiamo le mani legate, consapevoli che andremo purtroppo a creare altri aggravi di spesa». I saldi estivi che prendono il largo oggi, con negozi aperti tutto il giorno anche domani e così pure l’11-12 e 13 luglio fino alle 23, sono un’occasione peri clienti e commercianti. A Seregno ci sono anche le aperture serali associate ad eventi.

Una boccata d’ossigeno

E adesso i negozianti sperano che il periodo promozionale dia un’accelerata e conceda un po’ di ossigeno. «Nei primi sei mesi dell’anno – hanno riferito alla Confcommercio – c’è stato un continuo calo di vendite specie nell’abbigliamento, con una diminuzione intorno al 5 per cento, rispetto allo stesso periodo del 2012. Alla riduzione dei consumi è corrisposta anche la chiusura di diverse attività. Negozi spariti senza essere sostituiti e i vuoti non sono belli a vedersi, perché la città coi negozi aperti è viva». E per far si che ciò avvenga devono contribuire anche i proprietari dei muri rivedendo i canoni di affitto. Resta, infine, da combattere la liberalizzazione degli orari e giorni di apertura del commercio che ha portato solo benefici ai centri commerciali, mentre per i negozi tradizionali è stato il tracollo con lo svuotamenti dei centri storici» .