Comitati e associazioni: “Monza, no ad altri 750mila metri cubi di cemento”

Il portavoce Majoli chiede al sindaco Scanagatti di bloccare le nuove edificazioni fino all’adozione del pgt
Comitati e associazioni: “Monza, no ad altri 750mila metri cubi di cemento”

Nei prossimi anni Monza subirà una colata di cemento di 750mila metri cubi, di cui la metà a destinazione residenziale. Fermiamo tutto. E’ la richiesta lanciata dal coordinamento associazioni e comitati cittadini di Monza, pesante accusa alla giunta di centrosinistra del sindaco Roberto Scanagatti che in campagna elettorale aveva dichiarato guerra al consumo di suolo.

«L’amministrazione comunale- spiega Giorgio Majoli, portavoce del coordinamento che conta 11 gruppi tra associazioni e comitati- continua ad avviare, adottare e approvare una serie di piani attuativi che permettono di edificare su aree dismesse e su aree libere. Sono nove, ai quali vanno aggiunti quattro programmi d’intervento, oltre a sei piani di lottizzazione e uno particolareggiato approvati dalla precedente giusta del leghista Marco Mariani».

Majoli fa notare che oggi Monza vive una situazione immobiliare già satura e in crisi di sovraproduzione a fronte di circa 4mila appartamenti sfitti o invenduti con la popolazione ferma a 120mila abitanti da oltre 30 anni. Per questo il coordinamento chiede a Scanagatti di rendere noti i contenuti grafici e normativi, le modalità e le tempistiche dell’iter, oggi nebuloso, del nuovo piano di governo del territorio, il pgt, che doveva essere presentato in giunta lo scorso luglio e slittato al prossimo gennaio.

Non solo, e questa è la richiesta più clamorosa, invita l’amministrazione comunale a sospendere ogni edificazione fino all’adozione del nuovo pgt che dovrebbe contenere, sono le parole di Majoli, oltre all’obbiettivo consumo di suolo zero, anche il contenimento edificatorio, il riuso dell’esistente e la creazione di nuove connessioni verdi in città.