Regione, l’assessorato non firma la riforma della sanità

La proposta, riveduta dalla Lega Nord su richiesta del Nuovo Centrodestra, non è stata “vistata” da Mario Mantovani (Forza Italia). Il presidente Roberto Maroni in prima linea per trovare un accordo entro il 2015.
Regione, l’assessorato non firma la riforma della sanità

Il testo della riforma regionale della sanità lombarda articolato dal leghista Fabio Rizzi è stato rivisto come chiesto dal Nuovo centrodestra e ora potrà proseguire il suo iter verso l’approvazione. Ma resta un”caso”: il testo infatti non è stato firmato dall’assessorato regionale alla Sanità del vicepresidente Mario Mantovani (Forza Italia), una anomalia che evidenzia come non tutto nel centrodestra stia filando liscio. La firma di un assessorato a una proposta di legge, infatti, dà l’avallo dal punto di vista tecnico e giuridico.

Della questione ha detto che si occuperà direttamente il presidente Roberto Maroni. Vuole arrivare alla approvazione della riforma entro il 2015 e intende presiedere un tavolo tecnico-politico che porti a un accordo: «Per adeguare il sistema sanitario alle esigenze dei prossimi vent’anni».

Cosa dovrebbe cambiare? Nelle linee guida della riforma si fa salvo il principio della precedente riforma formigoniana, che vede la competizione tra strutture pubbliche e strutture private accreditate. In più propone maggiori e più severi controlli sugli accreditamenti e i rimborsi, e l’istituzione di una agenzia unica Arca, che sovrintenda a tutte le forniture delle Asl.

Le Asl , che si chiameranno Agenzie di tutela della salute, saranno ridotte a dieci rispetto alle attuali 15. Quella di Monza e Brianza verrà incorporata in quella di Varese, con Como e Busto, sul modello di quanto successo con l’Aler. Previste anche 20 Agenzie integrate per l’assistenza (Aisa) che sostituiranno i 29 ospedali attuali. Previsti risparmi di 20 milioni l’anno sui compensi dei manager e di 60 milioni attraverso la riduzione delle spese di gestione delle aziende ospedaliere.