Rissa tra bande rivali nel carcere di Monza: sedata da settanta agenti, due feriti

Rissa tra bande rivali, una composta da albanesi, l’altra da magrebini nel carcere monzese di via Sanquirico. Si sono affrontati con bastoni, lamette e bombolette del gas utilizzate per i fornelletti delle celle. Due sono rimasti feriti in modo lieve, altri contusi. Il sindacato: «Una situazione esplosiva».
Un’immagine del carcere di via Sanquirico, a Monza
Un’immagine del carcere di via Sanquirico, a Monza

Rissa tra bande rivali, una composta da albanesi, l’altra da magrebini nel carcere monzese di via Sanquirico. Si sono affrontati con bastoni, lamette e bombolette del gas utilizzate per i fornelletti delle celle. È accaduto giovedì mattina e ha visto coinvolti una quindicina di detenuti: due sono rimasti feriti in modo lieve, altri contusi.

Per sedare la rissa, avvenuta attorno alle 9 nel corridoio che porta al cortile, durante l’ora d’aria, sono dovuti intervenire una settantina di agenti di polizia penitenziaria. Ignoti i motivi dello scontro evidentemente premeditato visto che un gruppo dopo aver subito la perquisizione personale, si è visto calare dalle grate delle celle da parte di altri reclusi le lamette, manici di scopa e le bombolette del gas in alluminio tagliate a metà e usate come lame. Immediatamente si è scatenata una bolgia infernale sedata dagli agenti sotto la guida del comandante del reparto, il commissario Marco Casella. Per tutti i 15 reclusi è scattata la denuncia per rissa e violenza a pubblico ufficiale.

Il vicesegretario regoinale del sindacato autonomo di polizia penitenziaria, Giuseppe Bolena, parla di: «Una situazione esplosiva che ha rischiato di avere conseguenze gravi, il risultato dell’inefficacia del regime di sorveglianza dinamica, che mette insieme, a celle aperte, i detenuti per tutto il giorno. In questo modo si vengono a creare fazioni fra detenuti della stessa etnia».

Tra l’altro, aggiunge: «gli agenti sono costretti a fare turni pesanti a discapito della sicurezza visto che in servizio siamo 334 quando invece dovremmo essere 419».