Non sanno l’italiano ma ottengono la patente: in cento a processo a Monza

Inchiesta “patenti facili”: dopo le 12 condanne di funzionari della Motorizzazione di Monza e Milano e di titolari e gestori di autoscuole, due in Brianza, alla sbarra chi avrebbe ottenuto la patente in cambio di migliaia di euro.
Patenti facili: in cento alla sbarra a Monza
Patenti facili: in cento alla sbarra a Monza

Sono ben 108 gli imputati del processo dell’inchiesta “patenti facili” che ha visto coinvolti anche funzionari, con compiti di esaminatori, della Motorizzazione civile di Monza e Milano e titolari e gestori di autoscuole sei autoscuole, anche in Brianza, a Brugherio e Giussano.

Venerdì mattina in tribunale a Monza si è aperta l’udienza preliminare davanti al gup Pierangela Renda. I 108 alla sbarra, prevalentemente stranieri, sono accusati di associazione a delinquere, corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio e falsità ideologica. L’inchiesta è condotta dai pm Salvatore Bellomo e Caterina Trentini.

Già dodici i funzionari e titolari di autoscuole condannati con rito abbreviato. Ora il centinaio di imputati sono i presunti acquirenti delle patenti false: dalle indagini condotte dai carabinieri delle compagnie di Sesto San Giovanni e Seregno, infatti, era emerso che decine di persone (ora imputate) avrebbero ottenuto il documento di guida senza aver sostenuto un esame regolare.

Gli sarebbero infatti state suggerite le risposte o addirittura si sarebbero presentati all’esame con test precompilati in cambio del pagamento di cifre tra i 1.000 e i 4.500 euro ai funzionari corrotti. Ad insospettire i militari, all’inizio della loro indagine, il fatto che chi avesse sostenuto l’esame e ottenuto la patente spesso non sapesse una parola di italiano.